20° Marco Mengoni – Materia [Prisma] [61 voti]
Un racconto in musica in grado di riassumere tutte le minime sfaccettature dell’essere umano, traducendo, nelle tracce che si susseguono l’una dopo l’altra, esperienze di vita, racconti, dolori e insegnamenti. Un Marco decisamente più maturo ci mostra tutti i suoi colori come un prisma, passando dall’amore al dolore, fino ai ricordi e alla malinconia, affrontando argomenti difficili e riflessioni importanti. Tutto questo con tanta rabbia e un estremo coraggio.
di Alessia Roccheggiani
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19° Dente – Hotel Souvenir [62 voti]
Dente fa centro con il suo ottavo disco Hotel Souvenir. Lo sguardo resta sempre ironico ma questa volta più consapevole e riflessivo, è come se questa volta si rivolgesse ai suoi coetanei per comprendere e sorridere di alcune cose passate, per provare a capire meglio la vita vissuta. Musicalmente le dieci tracce variano da momenti più intimi a spaccati più giocosi fino a un pop addirittura ballabile come Discoteca Solitudine. Particolarmente felice l’incontro con i Post Nebbia nel brano La Vita Fino a qui.
di Ernesto Razzano
18° Vinicio Capossela – Tredici Canzoni Urgenti [63 voti]
Viviamo in un tempo in cui “urgenza” e “fretta” sono considerati spesso sinonimi. Vinicio Capossela, in questo disco, ci ricorda che non è così. E che c’è urgenza di lentezza, per meglio comprendere ed analizzare il mondo. Se ai cantautori non dobbiamo chiedere di essere necessariamente filosofi, né tantomeno politici, è certo che Capossela sa trascendere entrambe le etichette restituendo all’analisi del mondo una poesia di cui il mondo stesso ha bisogno.
Di poesia hanno bisogno le guerre, il consumismo, le drammatiche condizioni delle carceri e la violenza domestica. Ma di poesia c’è urgenza anche per poter raccontare la capacità di empatizzare e la rivoluzione dell’amore, i due soli elementi che sanno davvero fornire – tanto più se messi in musica – una risposta credibile alle brutture del mondo. Una risposta da ascoltare e da mettere in pratica.
di Monica Malfatti
17° Levante – Opera Futura [64 voti]
“Hope is the thing with feathers”, la speranza è quella cosa piumata – così scriveva Emily Dickinson. E proprio da qui inizia Opera futura. Un cigno, l’animale piumato per eccellenza, è ritratto nella copertina, segno di speranza per il futuro e di leggerezza. Su questi due punti cardine ruota l’ultimo album di Levante. Accanto a Vivo, brano presentato in gara a Sanremo 2023, la cantautrice siciliana guida gli ascoltatori attraverso le sue storie, alcune nuove, altre da intendersi come sequel di vecchi racconti – Metro è la seconda puntata, anni dopo, di Ciao per sempre.
Quello che di Levante rimane, in Opera futura, è il talento smisurato nella scelta delle parole, mai scontate e sempre icastiche, e l’equilibrio tra personale e sociale. Quello che si aggiunge, è la narrazione della maternità (il brano Alma futura è una commovente dedica alla figlia), e un impeto di leggerezza che spezza ogni riserva. Opera futura è un album rassicurante, a tratti sorprendente, ma mai ostile.
di Filippo Colombo
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16° Gazzelle – Dentro [66 voti]
Dentro, il classico disco pop che ascolti mentre fai la doccia e pensi a fatti di vitale importanza, ma non solo: è stata l’occasione per ascoltare un Gazzelle più profondo e intimo. Ha aperto il suo vaso di Pandora e ci ha raccontato di come non sia stato facile gestire i propri crolli psicologici degli ultimi anni. Da “Qualcosa che non va”, uno dei pezzi chiave del progetto, a “Flavio”, brano dove Gazzelle mette al centro se stesso esplicitamente ma in terza persona, Flavietto anche stavolta ci ha regalato un bel disco pop. All’interno non ci sono però i classici brani strappamutande, ma qualcosa in cui ci rispecchiamo tutti per davvero, anche chi non lo dice.
di Lucrezia Costantino
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15° Elodie – Ok. Respira [67 voti]
Le cose sono Due: voce e intenzioni. Elodie è esplosa, dall’estetica alla musica, attraverso il filo conduttore dell’autenticità che la contraddistingue come persona oltre l’artista. Il 2023 si conferma contenitore di tutti i colori della ormai affermata icona pop italiana che è Elodie, ma non solo. Da Sanremo al film “Ti mangio il cuore” con la colonna sonora “Proiettili” feat. Joan Thiele, l’artista romana va dritta come un treno. Simbolo di indipendenza, affermazione di genere e forza, grazie anche al grande team che la supporta, nel quale troviamo Mahmood, Elisa, Dardust, Federica Abbate e Tropico.
Il quarto album di Elodie è la sua rinascita, un’impronta indelebile per la storia del pop italiano, che continua a espandersi anche con il suo ultimo lavoro, RedLight.
di Marzia Presta
14° Iosonouncane – Qui noi cadiamo verso il fondo gelido [69 voti]
Al 14esimo posto Qui noi cadiamo verso il fondo gelido (Concerti 2021-2022) di Iosonouncane. Non è più in alto, a mio avviso, per tre ragioni. La prima, è un disco che non si divora, si degusta. Arrivato quasi a fine anno, lo stiamo ancora assaggiando. La seconda, Iosonouncane o lo veneri o non lo ascolti. La terza, è una raccolta di registrazioni di concerti. Qualcuno avrà pensato “queste le so già”. Sbagliato. È un disco soprattutto di inediti. Un’emozione fortissima ritrovare canzoni ascoltate soltanto live che credevo perse per sempre.
di Erica Verdecchia
13° Marco Castello – Pezzi della sera [72 voti]
“Pezzi della sera” di Marco Castello è il disco che sto ascoltando in loop da più di una settimana. L’ho messo in sottofondo anche ieri mentre a casa di amici preparavamo uno spaghetto a vongole. È un disco onesto, un disco dell’amicizia, di quella quotidiana. Non per caso – ci ha raccontato Marco nell’intervista – i “pezzi della sera” sono effettivamente pezzi di rosticceria, quelli che vai a prendere intorno alla mezzanotte dopo una serata tra amici.
C’è un gruppo Telegram in cui ci si organizza per i concerti di Marco Castello, dove ho trovato probabilmente la migliore e più sintetica recensione / commento che si potesse fare al disco. Un certo Michele posta la copertina di “Contenta tu” scrivendo: “Marco Castello quando nessuno è nella stanza”; subito dopo la copertina di “Pezzi della sera” e scrive: “Marco Castello quando mia madre passa in camera per dirmi se può calare la pasta”. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
di Raffaele Nembo Annunziata
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12° Coez & Frah Quintale – Lovebars [73 voti]
Un album joint, leggero e preciso come il purino sparato sul divano con l’amico fuori sede. Loverbars è figlio di una coppia nata precisamente per partorire un disco da chiacchiere al bar, così che alla fine non sarai mai in grado di dire se è un album più vicino a Coez o a Frah. È un respiro, un planare con leggerezza sulle cose dall’alto, ma precipitando a picco sul romanticismo più semplice: non quello arzigogolato, ma quello dell’indie di una volta, con una maturità in più. Ci hanno insegnato a buttare piuttosto che aggiustare è quella consapevolezza che mancava alla scrittura pop italiana fatta di amori imparanoiati. Chissà se ce ne liberiamo e iniziamo a parlare di soluzioni, magari sempre col purino sul divano.
di Cristiana Dicembre
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11° Venerus – Il Segreto – [75 voti]
Il giorno in cui Venerus farà un brutto disco siete pregati di contattarci. “Il Segreto” è un disco di qualità un po’ rétro, con arrangiamenti precisi e testi mai banali. Ogni lavoro che fa lo fa per se stesso e a noi questo basta. Nessun feauturing, solo la musica e la sua voce. Una jam session che speri non finisca mai. Se siete da soli e volete prendervi una pausa dalle vacanze natalizie, chiudete gli occhi, indossate un paio di auricolari e cliccate play, fidatevi.
di Lucrezia Costantino
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La Redazione
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