20° Willie Peyote – Sulla riva del fiume (52 voti)
“Sulla riva del fiume” è la copia carbone del Willie Peyote che conosciamo già, senza particolari sperimentazioni o passi avanti rispetto al suo ultimo album. Sicuramente apprezzabile per i fan storici dell’artista, ma sempre con la sensazione che forse, la critica estrema porta ad una conseguenza opposta rispetto a quella che si vuole raggiungere: divide, al posto di unire.
19° Any Other – Stillness, stop: You have a right to remember (55 voti)
Durante i traslochi c’è sempre una piccola scatola in cui sono contenuti minuscoli tesori, pezzetti di vita e ricordi. Preziosa, nascosta: un nastro da cui ripartire. È questa l’idea che ho associato dopo aver ascoltato stillness, stop: you have a right to remember di Any Other. Racconti frammentati ma legati a doppio filo all’artista veronese, piccole storie che ci proiettano in una dimensione intima ma risoluta nel suo diritto alla narrazione.
I testi, scarnificati nella loro essenza, riverberano ricordi emotivi e sonori dagli eco internazionali. Adele non è isolata nel Wisconsin ma l’eco di quel “modus operandi” è fortissimo: l’impatto ed il retrogusto sono molto simili. Disco oggettivamente complesso e difficile da digerire al primo ascolto, si presta a momenti di assoluta concentrazione con il proprio io. Prodotto da maneggiare piano per sua complessa fragilità (Marco Giudici ci mette enormemente del suo): traccia consigliata Second Thought.
di Francesco Pastore
18° Pinguini Tattici Nucleari – Hello World (56 voti)
“Hello World” il nuovo disco dei Pinguini Tattici Nucleari possiamo definirlo un album a cipolla, come direbbe Shrek. Dopo ogni ascolto ogni reference diventa più chiara, i concetti sembrano spiegarsi meglio, le basi sembrano suonare meglio. Sarà che le canzoni diventano più familiari dopo ogni ascolto ma la profondità del messaggio di ogni brano – anche quelli più leggeri – che si raggiunge prestando attenzione è veramente sorprendente.
17° Subsonica – Realtà Aumentata (58 voti)
Realtà aumentata: una realtà i cui effetti, nel corso degli ultimi anni, sono aumentati in modo tangibile. L’album è formato da brani che uniscono visioni cosmiche del passato con quelle del presente fino ad arrivare al futuro. Ritmiche ipnotiche unite a tribalismi e sperimentalismi. Samuel, Boosta, Max Casacci, Vicio e Ninja sono tornati con un disco nuovo, fresco, futuristico, ma in piena fede subsonichiana. Il disco è stato accompagnato da un tour nei palazzetti che ha spaccato e a chi ha deciso di non andarci perché aveva di meglio da fare dico che siete stati dei gran fessi. Nonostante la band pian piano stia invecchiando, lo fanno con lo stile che li contraddistingue. Che dire, i Subsonica sono nel mio Spotify wrapped ogni anno e un motivo ci sarà.
Brani suggeriti: Africa su Marte e Universo
di Lucrezia Costantino
16° La Municipàl – Dopo tutto questo tempo (59 voti)
Tra profano e sacro. Carmine Tundo eleva la sua narrazione a studio antropologico: “Dopo tutto questo tempo” è racconto di un uomo e del suo cortile affettivo. È un disco profano in quanto suda, sporca, scopa e piange. La capacità dell’artista pugliese di raccontare la vita e le sue increspature è vivida, sofferta. L’ascolto compenetra l’ascoltatore: non ci sono fronzoli, non ci sono drink sotto il sole. Tra tutti i dischi degli ultimi 365 giorni è quello più umanistico, il più egocentrico.
Quello che resta come partenza e pit stop: siano essi i ricordi, la rabbia, il sesso tra ex che profuma d’amore. Tutto questo è però avvolto da un’aura sacra: la musica, l’artista ha il compito e l’onere di sedersi alla tavola dell’Arte salvifica. La Musica ci salverà: non è uno slogan, non è uno slogan catchy. È ultimo appiglio, necessità per scansare l’Oblio. Interrotti è traccia che devasta.
di Francesco Pastore
15° Calibro 35 – Jazzploitation (63 voti)
In “Jazzploitation” vibrano nell’aria arpeggi, armonie, ricordi sulla scia di Bob James, Lalo Schifrin, Miles Davis e Idris Muhammad.
Le tonalità in chiave assolutamente accesa tengono fede al tratto distintivo dei Calibro 35: la loro egregia esecuzione musicale, un parlato strumentale che fraseggia in maniera cristallina e coinvolgente tra tutti gli elementi coinvolti, il groove che preserva lo stile anni Settanta, sono il tratto distintivo, la firma riconoscibile, di questo nuovo lavoro discografico.
14° La Rappresentante di lista – Giorni Felici (66 voti)
Quanto pop, è troppo pop?
Sembra proprio questa la riflessione alla base di Giorni Felici, il quinto album de La Rappresentante di Lista. La band intraprende una svolta più rockeggiante, meno legata ai canoni del mainstream, senza però rinunciare alla loro inconfondibile capacità di creare melodie che restano in testa.
Tra riferimenti taglienti alla società, riflessioni sulla disillusione e un sound che punta a distinguersi, il disco riesce a parlare a un pubblico ampio senza tradire la propria identità artistica più tradizionale.
Giorni Felici è, in sintesi, un ritrovato senso di appartenenza, che si dimentica dello sbrilluccichio del successo, e ritrova spazio nella propria identità intellettuale.
di Victoria Beni
13° Fast Animals and Slow Kids – Hotel Esistenza (67 voti)
Il tempo passa inesorabilmente per tutti: per chi la musica la ascolta, e per chi la scrive. È ormai noto che il potenziale tellurico dei FASK, negli ultimi album, si sia attenuato. Non è più il tempo di Alaska, non ci sono più lingue incastrate tra i denti o fiumi del Montana che scorrono mentre i piatti della batteria vengono disintegrati. Hotel esistenza è un disco che si presta a una duplice chiave di lettura. Da un lato la delusione nostalgica nel pensare ai tempi ormai finiti, a quando i FASK picchiavano davvero, e anche noi eravamo un po’ più giovani ed energici.
Ma c’è anche la chiave di lettura delle canzoni: e su questo, si possono fare pochi appunti. Pezzi come Festa o Riviera crepacuore sono nuovi classici, di una nuova era, più adulta e consapevole. E alla fine, dopo tutte le paranoie e i castelli in aria, l’unica cosa che conta (e che deve contare) sono proprio, e sono solo, le canzoni.
di Filippo Colombo
12° okgiorgio – ok? (68 voti)
Ok, Giorgio, per me sei ok, ok? Vorrei continuare questa recensione così ma il buon senso mi impone di fermarmi, ok? Ok. ok? di okgiorgio è un’operazione estetica di rara raffinatezza, un capitolo fondamentale per comprendere la direzione sonora dell’elettronica contemporanea in Italia. Questo EP non è solo un’esplorazione di suoni, ma un manifesto del potenziale ibrido che il produttore milanese sa estrarre dalle sue influenze più disparate: dalla house alla techno, ogni elemento è distillato, raffinato e poi riproposto con una chiara intenzione di sovvertire le convenzioni.
Ogni elemento è distillato, raffinato e poi riproposto con una chiara intenzione di sovvertire le convenzioni. In definitiva, ok? non è solo un’affermazione, è una domanda, una sfida: “Sei pronto a dire ok anche quando non hai davvero risposte?” E la risposta, inevitabilmente, è un altro “ok”, ma stavolta forse un po’ più consapevole.
di Carmen Pupo
11° Atlante – Poi Rinascere (70 voti)
Poi Rinascere è il terzo episodio discografico del trio rock torinese Atlante. Con queste otto tracce continua il loro percorso di crescita artistica che somma le esperienze passate aggiungendo una maggiore dose di elettronica senza snaturare per niente il loro sound che continua a muoversi su linee di un perimetro che divide o se volete unisce differenti approcci musicali, più che generi veri e propri.
Chitarra, basso e batteria restano l’anima portante e alternative del progetto grazie ad arrangiamenti che tengono bene insieme musica e testo, aspetto che apre anche a possibili futuri esperimenti pop-rock. Le parti strumentali soprattutto in questo disco si irrobustiscono con iniezioni di elettronica che danno maggior vigore al tiro rock. I testi “generazionali” accolgono e raccontano il presente nel suo farsi, tra suggestioni e realtà. Animali Selvatici, Sabbia, Primavera sono canzoni che sintetizzano a pieno questo mood. Dalle pieghe del disco si intuiscono ottime potenzialità live degli Atlante.
di Ernesto Razzano
⬇️La classifica dei 30 migliori dischi italiani del 2024 continua a pagina 3
La Redazione
Scopri la musica che ti piace attraverso le nostre interviste, recensioni e tutte le attività!