Questa non è una classifica di fine anno

Francesco De Leo – Andrea Varlaro

Questo per me è stato un anno ricco di cambiamenti. Mi sono iscritto nuovamente all’università, ho preso una macchina nuova e sono riuscito a comprare una casa tutta mia.
 Finalmente mi sono dato una “svegliata”.

L’artista che ha segnato il mio 2018 è stato senza ombra di dubbio Francesco De Leo, il cantautore più bohémien della scena indie italiana. Francescone ha pubblicato grazie a Bomba Dischi “La Malanoche”, un album pazzesco, scritto a quattro mani con il sommo Giorgio Poi nazionale. Il disco di De Leo ha rappresentato per me un viaggio psicologico nei bassifondi dei miei sentimenti, una sorta di psicanalisi new age fatta di chitarrine nostalgiche, testi enigmatici e serate alcoliche sospese tra sogno e realtà.

Classifica
foto di Andrea Varlaro

Lo Stato Sociale – Antonio Di Gisi aka Thegisi

Diventare noti alle masse non è stato facile per i 5 ragazzi di Bologna e questo 2018 gli ha cambiato la vita. Possiamo dire che abbiano invertito un po’ l’andamento delle cose, un percorso lungo dieci anni per riuscire a divenire “mainstream” senza cambiare la propria identità, ma provando a restare il più possibili fedeli alla loro identità.

Riuscire ad arrivare secondi al Festival Sanremo non portando la solita canzone d’amore ma un tipico brano dello Stato Sociale affrontando una tematica delicata come quella del lavoro. Riuscire a girare l’Italia parlando/cantando di accoglienza in un’estate così sensibile e volendo dedicare ad Aldrovandi ogni loro concerto. Ecco Lo Stato Sociale forse no volendo in questo 2018 ci ha dimostrato che anche la musica può cambiare le cose.

Loren – Giulia Perna aka CapaRiccia

I Loren sono 5 ragazzi fiorentini legati indissolubilmente dalla birra Moretti, la Play Station 2 e dalle lunghissime discussioni inutili che si concludono a notte inoltrata. Li ho conosciuti qualche mese con il primo singolo “Ci salveremo tutti”, un poster con il loro nome era diventato virale a Bologna, città che in qualche modo li ha visti crescere musicalmente. Infatti la band è l’ultimo acquisto di Garrincha Dischi, l’etichetta bolognese. Delle loro canzoni mi piace l’autenticità, l’energia e che qualche volta mi hanno fatto anche piangere.

Perché si sa, una canzone, per essere bella, deve soprattutto emozionare. Credo che ognuno possa trovare un pezzo della propria storia nel disco d’esordio dei Loren, teneteli d’occhio, parola di Capa Riccia.

Mèsa – Francesco Bruno

Il mio 2018 è stato caratterizzato dall’ascolto compulsivo di un disco “Touche“, l’album d’esordio di Mèsa. Le undici tracce presenti nel disco ti colpiscono dritte al cuore e la sua voce fresca non riesce ad uscire dalla tua testa. L’artista romana è una boccata d’ossigeno per il panorama musicale italiano ed è difficile anzi impossibile paragonarla ad un’artista contemporanea o passata perchè ragazz* come Mèsa attualmente in Italia non c’è nessuno. Mèsa ha chiuso l’anno in bellezza con il singolone “Oh Satellity” che ci invita a riflettere sì ma anche ad agire!

Mox – Sara Di Iacovo [Radio Rock]

Il mio 2018 è stato scandito mese per mese da un artista diverso. In loop nel mio cervello e nelle mie cuffiette come se non esistesse altro, eppure solo uno mi ha stupita: Mox. Imbattersi nella musica di Mox é un po’ come ritornare alle musicassette: nel lato A di “Figurati L’Amore” si ascolta un disco d’amore senza melensi compromessi né espedienti synthetici, mentre nel lato B, quello live, è inciso il virtuosismo musicale.

Ciò che voglio da un disco è di cantare l’amore, mentre ad un concerto voglio “fare l’amore” con la musica, ancheggiando accarezzata dalle note, sudando e gridando a squarciagola parole d’amore. Grazie Mox per essere riuscito a farmi figurare l’amore in un momento di noia cardiaca.

Classifica
foto di Andrea Varlaro

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