Fosco17 (nome d’arte di Luca Jacoboni) è un regaz di poco più di vent’anni, studente di ingegneria e cantautore per vocazione. Figlio adottivo del Collettivo HMCF, Fosco17 è pop sintetico, si allontana dai dogmi dell’indie Italiano ma cresce sotto un non troppo velato astro pop, capace sì, di farti ballare, sì, di farti commuovere, ma sicuramente di farti cantare.
L’abbiamo conosciuto a Sanremo Giovani durante l’ultima edizione, in gara con il brano “Dicembre”, non ha vinto ma è stata per lui un’esperienza formativa. Il 21 marzo è uscita la sua “Prima Stagione”, un EP di tre brani che iniziano a raccontare il percorso di questo giovanissimo artista. Ho trascorso un sabato sera in compagnia della sua musica al Covo Club di Bologna ed è stata una figata. Fosco17 è un falso timido, indossa la sua giacchetta vintage e una maglietta rosa, sale sul palco e si accendono le luci.
Il brano che rompe il ghiaccio è contenuto nell’EP uscito qualche giorno fa e si intitola “Diego Armando Maradona”, una storia d’amore che si mischia con il calcio, ma Luca ci tiene a precisare che non odia l’Argentina. La prima data live non si scorda mai e al Covo è una gran festa, ci sono i suoi amici, i suoi compagni di viaggio, le persone che da sempre l’hanno sostenuto e anche quelle che sono lì per caso per ascoltare della buona musica. L’atmosfera si riscalda subito e anche Fosco17 sveste i panni del ragazzo timido e indossa quelli di chi si vuole divertire e vuole far divertire.
Il live prosegue con qualche brano inedito, che uscirà nei mesi successivi, c’è “Canzone da falò”, una ballata ritmica con un ritornello che fa “bum ci ca bum” e la vedo benissimo sulle spiagge d’estate al tramonto. Sullo sfondo scorrono immagini di Fosco17 da bambino, anche qualche frase delle canzoni tipo karaoke e il pubblico canta e balla.
Tocca poi ad un altro brano contenuto nella “Prima stagione”, si chiama “Cristiano Ronaldo”, parla sempre di calcio o forse di una ragazza a cui piace sparire e non rispondere ai messaggi, sapore malinconico smorzato da suoni ipnotici.
Non può mancare “Bon Ton”, singolo uscito qualche settimana fa. Questa volta si parla di tiger roll e viene un po’ di fame. Impossibile restare fermi e non cantare il ritornello, una canzone coinvolgente che fa venire voglia di spegnere i pensieri e godersi solo quel momento.
I brani lenti si alternano a pezzi addirittura reggaeton, un bel mix di emozioni e sensazioni. C’è anche una cover, un omaggio a Jovanotti, si tratta di “Dove ho visto te”, chi è che non la conosce. Poi Fosco17 fa salire sul palco un suo amico sanremese, Cannella, che nonostante la febbre regge benissimo la situazione e suonano insieme qualche pezzo.
Il live si avvicina alla fine, l’ultimo pezzo ancora non è uscito ma è a parer mio il più bello del disco. “I nostri dodici mesi” è una dichiarazione d’amore cantata a cuore aperto, non banale. Come lui stesso ha ammesso, il suo modo di scrivere nasce dall’esigenza di scrivere le sfighe di una vita normalissima. E questa è la prima data al Covo Club, esattamente il racconto della storia di tanti, ma non di tutti, una quotidianità fatta di momenti belli e perchè no, anche di momenti brutti.
Ho evitato spoiler eccessivi sui brani che usciranno nei prossimi mesi e nelle prossime stagioni, ma tenete d’occhio sto regaz qua!
Foto in copertina di Margherita Zazzero
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.