La Rappresentante di Lista al Pergine Festival: senti come suona, prima che suoni

Parole politiche d’amore e disamore. S’intitola così il reading musicale de La Rappresentante di Lista, al suo debutto nazionale lo scorso 10 luglio in occasione del Pergine Festival. Uno spettacolo che parte da una necessità: quella, tutta odierna, di una musica “politica”, capace cioè d’interrogarsi (e di giocare) sul nostro corpo, le emozioni, la dimensione ecologica e queer. E, di conseguenza, sulle parole che a tale dimensione afferiscono, uscendone arricchenti ed arricchite.

Proprio le parole, prima ancora delle canzoni, sono state le vere protagoniste dell’esibizione, negli spazi onirici del Castello di Pergine. O meglio nei suoi giardini: con la luna crescente, limpida e luminosa, a riverberare quelle stesse parole fra gli occhi e le orecchie trasognanti del pubblico.

Le parole, prima della musica

«Con questo spettacolo abbiamo deciso di dare spazio ai testi delle canzoni preparate per il nuovo disco. Prima però che le canzoni stesse escano» ha spiegato Dario Mangiaracina. «Si tratta di parole cui siamo particolarmente legati. Quando scriviamo i pezzi che poi finiscono in un disco tendiamo ad essere decisamente più prolissi e “pregni” di quanto davvero serva alla musica. Buttiamo tante parole in questo grande file di testo che condividiamo poi online per andare via via modificandolo insieme, scremando e revisionando. Da queste pagine emergono le canzoni vere e proprie, che si rivelano giocoforza molto più stringate di quelle buttate giù all’inizio della lavorazione».

Canzoni che allora, in qualche modo, riescono ad ammorbidire i significati e le storie che vi stanno dietro. Con il rischio, magari, di perderne dei pezzi, facendone – letteralmente – brani, brandelli. Ecco dunque il motivo che ha spinto il duo a portare in un contesto diverso, teatrale, l’intimità e la crudezza delle parole. L’obiettivo è infatti quello di non perderne nemmeno una lettera, nella fedeltà all’intonsa visione sociale e politica che ne fa da sostrato.

D’altronde, La Rappresentante di Lista è un progetto nato sin dall’inizio con l’idea di raccontare qualcosa, di fungere da alternativa. Di fornire, insomma, uno sguardo diverso sull’amore e sulle modalità attraverso cui raccontarlo. Le parole e la musica si sono dunque ritrovate negli anni ad intersecarsi con il linguaggio politico. E sono diventate anch’esse politiche, proprio perché “alternative”: mai scontate e mai univoche. Ecco dunque che mentre il rischio della musica, oggi, è quello rimpicciolire la propria potenza fino a diventare mero sottofondo, La Rappresentante di Lista sceglie di immergere i propri linguaggi in un tessuto sociale ed individuale insieme, traendone sguardi preziosi.

Verso il nuovo disco

Sguardi che sono lettere e parole sparse. Discorsi frastagliati, come le ispirazioni che vi stanno alla base. Ma intervallati anche da alcuni fra i più celebri successi del duo, in una serata che ha lasciato curiosi e attoniti al contempo. Perché le parole, senza la musica, «coccolano e soffocano», risuonando di futuro e di desiderio. Sono il futuro e il desiderio di un nuovo disco, anticipato in aprile dal singolo Paradiso, già di per sé capace di aprire uno spiraglio sullo stile che contraddistinguerà l’album. Una musica più aggressiva, con le chitarre in evidenza ispirate agli anni Novanta, origine del rock alternativo.

Senti come suona, claim di questa edizione del Pergine Festival, è stato dunque anche l’invito de La Rappresentante di Lista a tutti i presenti, chiamati all’ascolto di ciò che ancora non è cantato e che presto lo sarà. Ma che già riecheggia, dentro e fuori, come “il rumore del fiume in piena”.

Tutte le foto sono di Elisa Vettori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *