Sangue Misto, alle origini dell’Hip Hop italiano [pt. 3]
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Nell’ambiente, che Neffa e Deda fossero a lavoro su un disco, e che a loro si fosse unito Gruff, si sapeva, per questo l’attesa e l’aspettativa erano molto forti. Come tutti i dischi di culto ha bisogno di sedimentare. Col passar del tempo diventa sempre più un riferimento anche per la nuova leva di rapper che in futuro renderà omaggio a quelle tracce in vari modi.
Il perfetto disco hip hop che il trio realizza, oltre che mescolare sonorità jazz e funk, crea atmosfere cupe, acide, a tratti dark; si avvale di influenze rock, della psichedelia (Fattanza Blu è un rappare lento, acido e psichedelico non per tutti), insomma fa capolino finanche il background hardcore dei centri sociali di Neffa e Deda. Passato che condividono anche con Speaker Dee Mo’, già componente dell’Isola Posse All Stars e attivista dell’Isola Nel Kantiere, che realizza le grafiche del disco, con diversi richiami hardcore seppure, in pieno stile hip hop.
“Il disegno in copertina e l’artwork sono di Dee Mo’: anche lui ha un passato nella scena punk hardcore e la sua passione per l’hip hop è cresciuta soprattutto praticando l’arte del writing. Sotto lo stemma centrale che raffigura le iniziali SM incastrate l’una nell’altra, Dee Mo’ disegna due musi speculari di altrettanti cani dai denti aguzzi e l’unione di questi forma una serratura. Di fianco allo stemma, invece, salgono due colonne di fumo, che escono a destra da un ciloom e a sinistra da un microfono. In mezzo a questi, alla base dello stemma, infine, campeggia un libro aperto. Un artwork che fa riferimento alla natura e ai contenuti del disco.” Luca Gricinella
Un chiaro riferimento all’hardcore punk è anche nel titolo SxM
“Il titolo oltre a riprendere le iniziali del nome del gruppo, ha una X che richiama le origini punk hardcore di Deda e Neffa: negli anni Ottanta, infatti, in questa scena, c’è l’usanza di scrivere il nome delle città con le iniziali, e in mezzo le lettere HC divise dalla X. Fino a pochi anni prima Deda e Neffa frequentano attivamente la scena punk hc suonando in vari gruppi e quell’esperienza, con relativo immaginario, per loro è ancora fondamentale. Il titolo, dunque, è un riconoscimento, un omaggio alla precedente passione.” Luca Gricinella
Ma d’altra parte a ricordarlo è lo stesso Deda:
“Sia io che Neffa venivamo dal mondo del punk hardcore e dei centri sociali. Entrambi avevamo ascoltato un sacco di rock, di psichedelica e di punk. Nel disco queste influenze si sentono tutte, anche se ovviamente in quel momento a noi interessava fare la cosa più hip-hop della storia. Riguardo ai testi, scrivere in quel modo, usando il proprio slang, è una cosa che già si faceva. Usavamo i nostri modi di dire di tutti i giorni, un misto di slang bolognese e altro. Nel disco poi ci sono tutta una serie di dettagli, penso agli skit, le telefonate registrate, gli ospiti che fanno le intro, ma anche i temi che ritornano nel logo. Alla fine in un certo senso è un concept album.”
A tenere in vita la scena rap dopo il suo culmine di metà anni Novanta, è certamente Fritz da Cat.
Con le sue produzioni e i suoi dischi diventa un riferimento per rapper più giovani e una garanzia per chiunque voglia fare un buon disco rap. In qualche modo l’esordio di Fritz Da Cat del 1998 e il suo bello e importante secondo disco, Novecinquanta, dell’anno seguente, considerato, a suo modo un album culto della scena, sono l’ultimo splendente colpo di coda di quella scena anni Novanta. In questi due dischi sono presenti facce note e nuovi “ambasciatori” del rap tra cui Bassi Maestro, Turi & Compari, DJ Gruff, Maury B, DJ Lugi, Yoshi, Piotta, Cricca Dei Balordi, Kaos, Neffa, Inoki e Joe Cassano, Deda, Fabri Fibra, Sean e Lord Bean.
Nella seconda metà dei Novanta il rap vive anche una ribalta mainstream con gli esordi di Jovanotti, che all’inizio in tv ha una funzione importante di divulgatore dell’hip hop americano, ed anche con gruppi come Sottotono di Tormento e soprattutto gli Articolo 31 di J-Ax. A Radio Dee Jay il conduttore Albertino, dedica molto spazio al nascente rap, con spazi quotidiani. Al volgere del decennio, la scena rap, pian piano pare sgretolarsi, non c’è più quella compattezza e varietà che l’aveva caratterizzata inizialmente, anche nelle differenze.
Nell’underground, negli ambienti hip hop, però c’è ancora chi è in attesa del secondo disco dei Sangue Misto.
I tre ci provano andando in Salento per registrarlo, ma senza risultati concreti. Neffa. Deda e Gruff, cominciano a dedicarsi a progetti diversi, pensando di accantonare per un po’ quel bis tanto atteso. Ma al momento quel disco non è ancora arrivato e pare impossibile possa ormai accadere. Neffa, con la presenza di Deda, esce con due dischi a suo nome, “Neffa e i Messaggeri della Dopa” è il primo, in cui spicca la perla “Aspettando il sole”, a due voci con Giuliano Palma, e continua col secondo album “107 elementi”, con le prime aperture soul/pop, sempre di una qualità impareggiabile. Con l’Ep Chicopisco, realizzato con Fritz da Cat, Neffa saluta il mondo del rap.
Deda si unisce a Kaos One e Sean, formando i Melma & Merda e Gruff caccia “Zerostress” e “O tutto o niente”, rimanendo entrambi nel circuito underground, a differenza di Neffa che prima di congedarsi, per approdare ad altri generi musicali, (prevalentemente soul e pop), alza il telefono e propone delle sue basi, per un disco hip hop che ormai non inciderà più, a un giovane rapper che ne è incredulo ed entusiasta. Nasce così l’album Turbe Giovanili di Fabri Fibra, ma questa nuova stagione del rap che inizia con quella telefonata, è un’altra storia.
“Neffa un giorno mi telefonò per dirmi che aveva recuperato delle basi dal suo vecchio hard disk. Questo album è dedicato a tutti i turbati distratti che insistono a credere in questa scena che ancora continua a darci energia”, dichiarò Fabri Fibra
“Ecco i guaglioni con i nervi a pezzi /
E scoppiano scazzi, e i miei fratelli sono pazzi /
Meglio tener la porta chiusa /
Sta per scoppiare un gran casino nella casa /
E uno dopo l’altro i miei fratelli se ne vanno via /
A compimento di una strana profezia /
Mi ritrovo qui, nelle orecchie l’eco di quei suoni /
Deda e Dj Gruff, sono i miei guaglioni” – Piglia Male – SxM