Chi vincerà il Festival di Sanremo? Tempo di pronostici (e preghiere)
Il Festival di Sanremo 2022 ha calato tutte le carte. Abbiamo potuto assistere, durante le prime due serate, a tutte le esibizioni degli artisti in gara e per questo ci siamo potuti fare un’idea su chi salirà sul podio quest’anno. In questo articolo il nostro Team Sanremo si sbilancia su quale sarà il tris che occuperà la vetta della classifica della kermesse canora più importante d’Italia. Fateci sapere se siete d’accordo con i nostri pronostici e pregate con noi di arrivare sani e salvi a sabato notte.
Chinate il capo, spargete petali di rosa: sta passando Elisa
Sarà Elisa a vincere il Festival di Sanremo. Portata in spalle trionfante su un baldacchino principesco da critica e pubblico, servita e riverita per tutto ciò che rappresenta, con una canzone vecchia di vent’anni intascherà questa edizione del Festival. Perché puoi cambiare quanto ti pare, creare un cast eterogeneo, ecc. ma se ti si presenta Elisa davanti, ahimè, chini il capo e spargi petali di rose.
Portare la canzone più bella e ascoltata della kermesse non darà che un blando secondo posto a Mahmood e Blanco, mentre il terzo gradino del podio, dato in pasto al televoto, ci dirà probabilmente quale fanbase ha più soldi da spendere in sms. Sarà l’eclettica Rappresentante di Lista? Sarà Emma con i suoi milioni di seguaci? Può un Irama risalire la china e piazzarsi sul podio? La storia del Festival ci ha abituati a questi stravolgimenti. Per questo mi sento di puntare un euro sul terzo posto di Sangiovanni che, dopo aver fatto gioire i suoi fantallenatori, potrebbe ricevere in dono le paghette del suo giovane pubblico sotto forma di voti.
Premio della critica (e del mio cuore) a Giovanni Truppi.
(Raffaele Annunziata)
Nel dubbio, una preghierina sabato sera la faccio
Edizione strana, questa, non vi pare? Una proposta artistica senz’altro più variegata per fasce d’età e generi musicali rispetto a quella dell’edizione precedente che – lo ricordo con un sorriso – sembrava un Miami più fighetto in cui si era imbucata la dolce signora Berti; eppure, nonostante ciò, sono pochissimi i progetti musicali che in queste prime due serate delle kermesse hanno brillato sul palco dell’Ariston: tante canzoncine, troppo autotune, un pizzico di giostre delle sagre di paese e (per fortuna!) qualche miracoloso sprazzo di poesia.
Ecco, dunque, non il podio che vorrei, ma quello che mi aspetto di vedere: al terzo posto Elisa, con un brano meraviglioso che, pur non offrendo nulla di nuovo, è l’accogliente e rassicurante certezza di una penna sensibile e di un’Artista con la A maiuscola; al secondo posto Sangiovanni, non per merito, ma per la spinta e il supporto di una fanbase che mi spaventa non poco; al primo posto Mahmood e Blanco, interpreti dell’unica canzone che, fin dal primo ascolto, ci ha messi tutti d’accordo.
Non so voi, ma nel dubbio io una preghierina sabato sera la faccio.
(Annalisa Senatore)
Chi vincerà Sanremo?
Le prime due serate sono volate e gli artisti in gara, a parte i soliti ineluttabili mostri della vecchia televisione, sono davvero tutti molto bravi e originali.
Ma bando ai sentimentalismi, il pronostico dei primi tre è doveroso: La Rappresentante di Lista, Elisa e Mahmood e Blanco sono i miei nomi e sì, l’ordine è quello giusto. Dario e Veronica, i miei preferiti, stupiscono anche quest’anno, eccitano e fanno ballare con la loro Ciao Ciao: un inno alla tradizione cantautorale italiana ma mischiata con le nuove tendenze in fatto di ritmo e linguaggio. Elisa (vabbè ma vi devo spiegare perché lei?), che si emoziona ed emoziona, come solo lei sa fare.
Mahmood e Blanco hanno portato una canzone sublime, rappresentazione del nostro amato “love is love”: colpiscono e affondano con la loro melodia malinconica e un’interpretazione “da brividi”. Poi ci sarebbe un certo Tananai….
(Martina Pantarotto)
Eccoci qui, dopo le prime 2 serate (incredibilmente meno lunghe del solito, cosa di cui non smetteremo mai di ringraziare abbastanza Amadeus anche se “mai abbassare la guardia”) a ipotizzare, immaginare, disegnare il potenziale podio.
Ovviamente il voto della stampa influisce sul giudizio, ma fortunatamente non in modo da spostare troppo quelle che erano le mie previsioni pre-ascolto (il che la dice lunga sul valore stesso delle canzoni). Faccio i nomi: Mahmood e Blanco ed Elisa sembrano destinati a contendersi la vittoria: la canzone più bella vs la voce più bella, con l’ago che si sposta verso il duo perché la voce di Mahmood compensa, la canzone di Elisa (purtroppo), no.
Per il terzo gradino del podio c’è bagarre (soprattutto sapendo che da ora buona parte del giudizio è affidata al pubblico), ma personalmente ho trovato il brano de La Rappresentante Di Lista avere tutte le credenziali per occupare quel posto, forse lontano dalla vittoria, ma capace di distinguersi e soprattutto di mettere d’accordo un po’ tutti (non come Mattarella, ma quasi)
(Manuel Tomba)
Due serate bastano per inquadrare questo Festival come niente di che?
L’intoppo non sta negli artisti in sé per sé, quanto più nella selezione dei venticinque messi insieme. La selezione è stata la falla di questo Sanremo che, inizialmente, sembrava dare un barlume di speranza con la scelta accurata di Truppi, cantautore che potrebbe mangiare in testa a tutti gli artisti in gara, ma che purtroppo possiede una voce e tonalità non comune sull’Ariston e non avvezza a farsi apprezzare.
Il primo posto è da “ti piace vincere facile”, e quindi del duo enfatico Mahmood e Blanco, vincenti e caparbi soprattutto nella scelta di accoppiarsi. Segue il duo La rappresentante di lista con la scelta di intrattenere il pubblico, piuttosto che lasciarlo di stucco con la profondità che li contraddistingue. Il terzo posto va a Elisa che, nonostante porti sempre lo stesso brano, è beniamina della bella voce, nonché esempio di come tecnicamente si componga una canzone. Sebbene uscire dalle regole sia ciò di cui necessita la musica affinché se ne creino delle nuove.
(Cristiana Dicembre)
Dopo giorni pieni di curiosità abbiamo potuto finalmente ascoltare i venticinque brani in gara al Festival.
Sulla base dei commenti del pubblico sembra proprio che il brano più amato sia Brividi di Mahmood e Blanco, mentre la sala stampa ha preferito O forse sei tu di Elisa. In effetti, Elisa è un po’ la vincitrice annunciata: se Elisa torna a Sanremo, per la prima volta tra i big, dopo ventun anni, deve per forza vincere. Ce lo stanno dicendo da giorni, in tutti i modi possibili. Eppure, Mahmood e Blanco sono riusciti in un’impresa rara, persino a Sanremo; quella di convincere tutti, dal primo istante, con una bella canzone, cantata con una complicità rara.
Fatto sta che, mentre i primi due posti sembrano – e sottolineo sembrano, perché le scale dell’Ariston sono un po’ come quelle di Hogwarts: tutto può cambiare da un momento all’altro – abbastanza scontati, sul terzo vela ancora un alone di mistero. Secondo me, visto il grandissimo seguito, è molto probabile che si classifichi Sangiovanni, con la sua Farfalle, ma potrebbe avere buone possibilità anche Dove si balla di Dargen d’Amico, con quel “Fottitene e balla” che è già un tormentone al pari del “Me ne frego” di Achille Lauro.
(Chiara Montesano)
Quest’anno sono combattuta. Un Sanremo piatto, lento e a tratti monotono.
Fortuna che quest’anno Amadeus ha concluso le prime due serate prima del solito evitandoci ulteriori sbadigli. Sono davvero pochi gli artisti che si sono distinti all’interno della gara. Uno tra questi è Giovanni Truppi il quale, in un altro contesto, potrebbe vincere a mani basse. Stessa cosa vale per la Ditonellapiaga e Rettore le quali hanno portato sul palco la loro “chimica” che sappiamo diventerà già una hit. Anche Dargen D’Amico, king del pop demenziale, ha sorpreso con la sua “Dove si balla”, unico brano con riferimenti al Covid-19.
Insomma, qualcosina c’è, ma niente di che. Terzo posto va a La Rappresentante di Lista con “Ciao Ciao”, brano decisamente più pop rispetto a quello dello scorso anno. Secondo posto va a una veterana della musica italiana Elisa, tornata sul palco dell’Ariston dopo ventun’anni con “O forse sei tu”. Primo posto, molto prevedibile direi, al duo Mahmood e Blanco con “Brividi”. Un brano che, diciamocelo, ha rispettato le aspettative.
(Lucrezia Costantino)
Mahmood vuole Sanremo, vuole l’Eurovision, vuole il mondo.
Si presenta con una traccia che è una dichiarazione di guerra. Empatica, emozionante, vincente. Blanco è il giusto Robin per questa missione. Elisa li segue a ruota con la forza gentile di un artista quercia: ogni strato, ogni silenziosa rivoluzione nella corteccia è funzionale alla preservazione emotiva dei precedenti. Se Mahmood è una ruspa, lei è un maggiolone che profuma di libertà e storie da raccontare. Sangiovanni indossa la medaglia di bronzo con una traccia cucitagli addosso come il vestito del mak P, come una bubblegum che sembra perdere precocemente il gusto di fragola ma che non si riesce a gettar via. Lui è il carretto dei gelati, adorato dai bimbi e allontanato con nostalgia dai diabetici.
(Francesco Pastore)
I miei pronostici per il podio sanremese saranno forse inconsueti.
Al terzo posto metto la chimica di Ditonellapiaga con Rettore. Permeate da un sound stregante, portano il sesso sul palco di Sanremo senza manco citarlo e lo fanno in maniera molto più convincente di chi il sesso ha deciso di mettercelo addirittura nel titolo. Si piazzano settime dopo due serate, quando i bookmakers le davano molto più giù. Non male.
In seconda posizione, un booster di allegria: parlo del Morandi nazionale, che porta all’Ariston un brano pieno di vibes positive. Apre tutte le porte e fa entrare il sole, grazie alla sua capacità di interpretazione sempreverde e alla penna “cherubina” di Jovanotti.
Sul gradino più alto, infine, la sorpresa: parlo di Irama, zitto zitto. L’arrangiamento è stupendo, la sua timbrica potente e la voglia di fare bene più che evidente. Il testo, volente o nolente, qualche corda emotiva sa toccarla. Tant’è che, dopo due sere, entra in top ten. La scalata al successo non è per niente esclusa.
(Monica Malfatti)
Si sa che i pronostici sul podio di Sanremo rischiano una fine atroce e dolorosa.
Tuttavia è praticamente impossibile astenersi causa irresistibilità delle circostanze, quindi eccoci qui. La sala stampa conferma – più o meno – l’ottica di apertura che le ultime due edizioni hanno avviato. C’è valida ragione di ritenere che Mahmood e Blanco prenderanno il primo posto, non solo per l’alto indice di gradimento dimostrato tra “noi italiani”, ma anche per i numeri fatti su Spotify e su YouTube, dove tra l’altro troviamo molti commenti stranieri.
Dato che, in ottica di Eurovision, il gradimento extraconfine ha un significato notevole, questo dettaglio non potrà non pesare sulla bilancia. Rimane seconda Elisa, con un brano intenso, una gigantesca carriera alle spalle e una voce statuaria: un quadro che merita. Difficile il terzo posto, che probabilmente sarà tattico e spinto dai fanbase, motivo per il quale terrei sott’occhio Sangiovanni.
(Maria Giulia Zeller)
Viva Sanremo. E viva chi lo critica.
Quelli che non ne possono più di Fiorello, perché sono abituati a pane e Ricky Gervais tutti i giorni. Quelli che non riescono a capire la comicità di Luca Medici, in arte Checco Zalone, e non viceversa. E viva anche chi all’uscita di ogni artista grida nelle chat o sul divano: «Ma chi è questo?!?».
Il livello delle 25 canzoni nel complesso non mi sembra altissimo, ma ha al suo interno cose interessanti. Parto da Dargen D’Amico, che mi ha lasciato un po’ stupido al primo ascolto col suo pezzo tutto cassa, ma che in realtà ha dentro un senso di fondo molto meno banale di quello che si può pensare. Un plauso anche a La Rappresentante di Lista, pronta con “Ciao Ciao” per l’Eurovision, e a Ditonellapiaga e Rettore, che senza troppi mezzi termini spaccano.
Per la vittoria lo scontro è tra Elisa contro Mahmood e Blanco. Tutto lascia presagire a questo. Da non sottovalutare poi la risalita dell’evergreen Gianni Morandi e l’ondata defilippiana guidata da Sangiovanni, che spingerà col televoto. Ma anche gli stessi LRDL, che potrebbero arrivare lì sopra. Per ora dico: Mahmood e Blanco, Elisa, Sangiovanni.
(Mark Karaci)
La Redazione
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