Il Festival di Sanremo 2023 è truccato! Sappiamo quale sarà il podio!
Il Festival di Sanremo 2023 è iniziato registrando due serate dallo share impressionante. Quasi quanto la loro stessa durata, capace di decimare anche i più irriducibili della nostra redazione. I 28 cantanti in gara (mai così tanti) hanno sciolto le riserve, presentando brani accomunati dalla diversità reciproca. In tutto questo, Le Rane superstiti, quelle cioè capaci di rimanere sveglie fino all’alba, hanno elaborato i loro pronostici e si scusano per il titolo acchiappa click! E i vostri, quali sono?
Al cuor non si comanda, e neanche alla produzione
In questa due giorni sanremese in cui sono state rivelate le ben ventotto canzoni in gara, quel che è certo è che la seconda serata sia risultata musicalmente più gradevole. Più varietà nelle scelte degli artisti in primis, da cui risalta anche una maggiore personalità. Poi, certo, una produzione che forse ha svecchiato almeno un po’ il claudicante esordio di quest’edizione. Finalmente, magari, si tornerà a parlare soprattutto di canzoni. Della Furore di Paola&Chiara, già proiettata verso gli orizzonti infiniti della riviera romagnola in agosto, dell’elegante ballad di un Tananai reduce da una “Cura Ludovico” basata su infinite sessioni di lezioni di canto, così come del duo Colapesce Dimartino, che considero al limite del fuori concorso, fino all’ennesimo buon singolo di Madame. E via dicendo con Rosa Chemical fino ai Coma Cose, questi ultimi gli unici da batticuore del primo round. Mi chiedo da dove nasca tutto questo ardore suscitato, a quanto pare, da Mengoni. Ma magari mi ricrederò: in fondo, per i miscredenti e per gli ignavi come il sottoscritto, come noi, è ancora presto per emettere sentenze nette. E questa top tre sarà approssimativa e scelta così, su due piedi. Magari badando un po’ a quel che dice il cuore.
- Splash, Colapesce Dimartino
- L’Addio, Coma Cose
- Tango, Tananai
di Alessandro Triolo
Il podio inesistente
Il pronostico sul podio di Sanremo 2023 è un puro esercizio di stile, un po’ come fare il cuoricino alle “i” al posto del puntino. Non si usano criteri che si avvicinino a qualcosa di oggettivo; se poi il pronostico deve camminare parallelamente al giudizio espresso da: giornalisti, demoscopica, televoto, orchestra, e qualche altra categoria misteriosa è evidente che per azzeccarlo è più utile avere un disturbo della personalità che un buon orecchio. Allora mi sfilo perché oggi più che mai mi rendo conto che “la gara” è solo un pretesto necessario alla dinamica del festival, ma si ferma lì. Perché ci sono big a cui vincere non cambia nulla, perché ci sono brani che faranno milioni di streaming anche finissero ultimi, perché ci sono canzoni che raccontano di chi le canta come se Sanremo fosse una bella seduta dallo psicologo e non un concorso canoro, perché ad alcuni giovani è evidente interessi di più produrre punti per il fantasanremo. Volete comunque un nome? Beh…allora il trio delle meraviglie che non era in gara: Sergio Mattarella, Roberto Benigni, Fedez che hanno dimostrato, contrariamente ad alcune dichiarazioni, che a Sanremo si può (e si deve) fare politica, molta politica.
di Manuel Tomba
Un Sanremo cerebrale
Mentre Blanco calpesta i fiori e i Coma Cose li regalano in giro (un centinaio di mazzi sospesi sono stati lasciati dal duo milanese in una bottega di Sanremo), le uniche certezze di queste prime serate al festival sono Gianni Morandi, prodigioso tuttofare, e i luminosi (letteralmente) Cugini di Campagna, ormai nostri migliori amici, oltre che vincitori morali. Fra Leo Gassman che maledice il terzo cuore e Giorgia le parole dette (cantate?) male, ci pensano gli Articolo 31 a benedire il palco dell’Ariston, con la loro commozione sincera per una reunion che sa un po’ di Pooh. Quei Pooh capaci, nella prima serata, di farci ballare e cantare selvaggiamente: più selvaggiamente dei Black Eyed Peas (l’ho detto), dai quali parte un saluto emozionato a Tony Renis. Che marasma! La qualità dei brani non si discute, ma la capacità di acchiapparci l’anima al primo colpo sembra un ricordo della scorsa edizione. Solo un ascolto più attento fa innamorare: la musica di questo Sanremo non è solo cuore, ma anche tanta testa.
- Alba, Ultimo (voglio assumermi la piena responsabilità di questo, come Fedez)
- Supereroi, Mr. Rain
- Splash, Colapesce Dimartino
di Monica Malfatti
Vince il favorito, ma a dominare è la nostalgia
Provo da oltre due decenni a ipotizzare un eventuale podio sanremese. Tra figure barbine e intuizioni frutto del caso, tra prove di forza delle major e insindacabili verdetti popolari, tutto sembra prevedere una vittoria a mani basse di Marco Mengoni. È la traccia che più mi ha convinto, in bilico tra le certezze di un artista navigato e la pressione di chi lo vuole sempre over the top. Per il secondo posto sogno i Cugini di Campagna: la loro umiltà multicolor si sposa bene con la traccia (lavoro egregio della RdL). Per il bronzo accarezzo l’idea Paola&Chiara, ascoltate a caro prezzo (per le casse comunali) in una anonima piazza di provincia. Nostalgia, nostalgia canaglia.
- Due vite, Marco Mengoni
- Lettera 22, Cugini di Campagna
- Furore, Paola&Chiara
di Francesco Pastore
Che succede? Dov’è Giorgia?
Se c’è una cosa che non so fare è azzeccare il podio sanremese. Ogni anno mi convinco di qualcuno portando avanti la battaglia (votando anche) e poi alla fine ‘MI SVEGLIO TUTTA CACATA’ (cit.). Scherzi a parte, quest’anno un Sanremo un po’ piatto. Prima serata mediocre, qualche canzone interessante, ma niente di eclatante. Ieri sera livello decisamente più alto. Abbiamo avuto l’onore di vedere sullo stesso palco Morandi, Albano e Ranieri: magici. A ‘na certa quando ho visto Al Bano fare le flessioni ho temuto il peggio. Vabbè, amarcord a parte, dicevamo? Ah sì, livello decisamente più alto. Grandi sorprese, tipo Tananai che, nonostante l’acconciatura oscena, ha tirato fuori un bel pezzo: finalmente una ballad che suona bene anche fuori dall’Ariston. Delusione – per alcuni – per Giorgia la quale ha fatto perdere alcuni punti al fantasanremo (spiaze). Idoli Colapesce Dimartino: che dirvi ragazzi? Siete una certezza. Per non parlare del finale con il botto, il ritorno delle regine: Paola&Chiara. Se dovessi scegliere il mio podio vi direi: terzo posto Tananai; secondo Coma Cose; primo posto Colapesce Dimartino. Vedremo.
- Splash, Colapesce Dimartino
- L’Addio, Coma Cose
- Tango, Tananai
di Lucrezia Costantino
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Dopo esserci immersi in tutti i brani di questo Festival le idee si sono fatte più chiare e anche se – come sappiamo – un ascolto non basta, molte volte questo può essere rivelatore. Sul gradino più alto del podio dal primo ascolto (o forse anche da prima) c’è Marco Mengoni; colui che ancor prima di esibirsi è stato presentato come il vincitore annunciato di questa edizione. La sue Due vite, delicata e potente, è una canzone perfetta per la sua vocalità e perfetta per questo festival. Secondo posto – almeno nel mio cuore – per i Coma Cose. Ci hanno raccontato il loro Addio tornando a guardarsi negli occhi. Emozionati e bellissimi, i due hanno emozionato anche noi. Terzo posto per Lazza e per la sua Cenere. Con il suo rap misurato ed elegante Lazza colpisce e stupisce anche chi non sapeva chi fosse. Insomma, anche quest’anno le mie sono delle speranze più che dei pronostici. Ora bisogna solo attendere e capire se si realizzeranno.
- Due vite, Marco Mengoni
- L’Addio, Coma Cose
- Cenere, Lazza
di Chiara Montesano
Un festival flat, ma con qualche sorpresa
Per chi è fervente alla Settimana Santa della città dei fiori, uno dei primi appuntamenti MUST dell’anno nuovo è la condivisione dei giudizi di preascolto da parte della stampa. Lì, il podio viene quasi individuato e gli artisti pressoché “clusterizzati”: grandi nomi intoccabili che potrebbero vincere a mani basse, autori più di nicchia che potrebbero fare sorprese raffinate, artisti che sono stati protagonisti nelle radio di singoli recenti passati in loop, alcuni revival e magari qualche beniamino votato dai teen. Le logiche del podio sono però molteplici e ora il tutto è pure depistato dalla gara parallela del fantasanremo). Un’edizione questa un po’ piatta, la cui percezione accidiosa deriva probabilmente dai “postumi” delle due appena passate, in cui un’importante inversione artistica si è avuta nella scelta degli artisti. Tuttavia, ci sono comunque molte proposte che spiccano e che ci manderanno in confusione fino alla fine. Ne avremo 5 che ci terranno svegli dopo mezzanotte, no? In parte ignava ma abbastanza abitudinaria e metodica, sparo due podi: quello che vorrei e quello che probabilmente sarà. Quello che vorrei: Colapesce Dimartino, Coma Cose, Rosa Chemical. Quello che probabilmente sarà: Mengoni, Elodie, Tananai.
- Due vite, Marco Mengoni
- Due, Elodie
- Tango, Tananai
di Claudia Verini
Magari prevarrà il sogno…
Coi pronostici sono sempre stata una frana. Perché fondamentalmente, sono sempre stata un’inguaribile sognatrice, un’ingenua speranzosa ragazza di provincia che spera sempre che il bene trionfi sul male. Ok, ok, forse sto un po’ esagerando col dramma, però quello che so per certo è che tutto deve essere funzionale allo spettacolo, per questo prima di tutto devo riconoscere ad Amadeus il merito di essere riuscito ad aprire le porte del festival al pubblico, facendolo diventare un fenomeno mediatico trasversale che coinvolge tutti: dai giovanissimi ai fan di Massimo Ranieri. Tornando alle premesse iniziali, tenendo conto anche degli umori del pubblico e della stampa il mio pronostico vede al primo posto Mengoni, al secondo Colapesce Dimartino e al terzo Tananai. Nella mia classifica da sognatrice, invece, metterei Giorgia al primo posto, i Cugini di Campagna al secondo e Coma Cose al terzo. Magari, chissà, per una volta prevale il sogno…
- Due vite, Marco Mengoni
- Splash, Colapesce Dimartino
- Tango, Tananai
di Carmen Pupo
La Redazione
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