Il vincitore della 71esima edizione del Festival di Sanremo è….
Dalle defunte coronarie di Aiello con Saturno contro alla luna crescente di Madame, dall’inarrestabile influenza di Venere sui Coma_Cose ai magici e affascinanti incastri cosmici che hanno baciato e benedetto alcuni degli artisti in gara, conducendone tuttavia altri verso un fagocitante buGo nero: ecco che le prime due interminabili notti sanremesi sono volte al termine e, con la giuria demoscopica finalmente fuori dalle balle, noi de Le Rane non potevamo fare a meno di pronunciarci su quella che è senza ombra di dubbio la competizione sanremese più giovane, social e indie di sempre.
È stato detto e ridetto: più che Sanremo, quest’anno il Festival della canzone italiana sembra il Miami. E dunque, complici l’insonnia degli ultimi giorni e i nostri dieci anni di “scommesse” legate al panorama musicale emergente, in questo articolo vi proponiamo non dei pronostici, ma vere e proprie previsioni sul podio di questa mirabolante 71esima edizione del Festival.
Senza dimenticare i fondamentali insegnamenti di Paolo Fox, come “L’importante è sempre verificare” e “Bello l’autotune, ma non ci vivrei”, eccovi le nostre combo astrali: top 3 e vincitore di Sanremo Giovani 2021!
Le previsioni di Mark Karaci
Sono poche, quest’anno, le canzoni che spiccano e danno gusto. Un latente senso di piattezza ha pervaso principalmente il primo ascolto delle 26 canzoni in gara, di questo insolito e unico Festival della canzone italiana. Poche cose da dire, pochi brani forti da convincere. Il cuore dice Colapesce e Dimartino, oppure Max Gazzè. Ma, siccome di previsione si tratta, e non di ciò che mi piace, cerco di assolvere al mio compito.
Parto dall’alto: Michielin e Fedez, “Chiamami per nome”. Potrebbero uscire vincitori, nonostante l’esibizione e il testo che, onestamente, non brilla proprio per poesia. Resta comunque uno dei pezzi che ascolteremo di più in radio e, dato il successo della coppia, potrebbe essere la formula di successo, almeno per il podio.
Secondo Ermal Meta, “Un milioni di cose da dirti”. La canzone non mi è piaciuta (menzione d’orore per i versi “Cuore a sonagli io/Occhi a fanale tu”), ma riconosco l’impronta romantica che a Sanremo attacca sempre, specialmente per il pubblico nazionalpopolare. E poi Ermal nostro ormai viene da un terzo posto e una vittoria, quindi facendoci i conti è molto probabile che la seconda piazza sia la casella che manca per la storia.
Al terzo posto c’è la canzone più bella del festival: Willie Peyote, “Mai dire mai (La locura)”. Dal primo ascolto c’è quello di cui aveva bisogno questo festival: un punto di vista. E la penna nichilista e spietata di Willie è come un quintale di aloe vera spalmata sulla pelle ustionata (al contrario dell’Arnica di Giò Evan). C’è tutto: il testo (il migliore di Sanremo), le rime, la base, l’esibizione, la citazione su Bugo e Morgan, la denuncia e la riflessione sociale. Ma soprattutto c’è l’elemento fondamentale: la locura. L’estratto immenso di Valerio Aprea all’inizio del pezzo è il marchio di fabbrica che rende leggendaria la canzone e ricorda come una serie tv di dieci anni fa avesse già capito tutto. è la pazzia, la cerveza, la tradizione.
Peyote ha centrato il suggerimento che anni fa lo sceneggiatore di Occhi del cuore diede a René Ferretti, e l’ha acchiappata. “Mai dire mai” è smaliziata e allegra, come una cazzo di lambada. In un Paese di musichette, mentre fuori c’è la morte. Chapeau.
Podio “Campioni”:
- Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez
- Un milioni di cose da dirti di Ermal Meta
- Mai dire mai (La locura) di Willie Peyote
Vincitore Giovani
- Scopriti di Folcast
Le previsioni di Manuel Tomba
Dopo il campionato spezzatino che ci ha fatto sopportare partite alla qualunque, ora arriva il Festival di Sanremo! Ci fa attendere due serate (meglio nottate) per ascoltare tutti (26!!) i big e le giovani (che ormai non è più una questione anagrafica, visti alcuni dei “campioni”) proposte. Scelta sopportabile in tempi di covid, dal momento che poco o tanto questo significa dare a metà delle canzoni 24 ore di “vantaggio” social, streaming e radiofonico… ma tant’è.
Vota la giuria “gastroscopica” e direi che si vede talmente bene che non serve nemmeno uno stetoscopio per verificarne la morte prematura: unica possibile spiegazione a una classifica che puzza di vecchio come il mio costume di carnevale di Remì.
Podio “Campioni”:
- Un milioni di cose da dirti di Ermal Meta
- Cuore amaro di Gaia
- La genesi del tuo colore di Irama
Vincitore giovani:
- Lezioni di Volo di Wrongonyou
Le previsioni di Raffaele Annunziata
Che mi piaccia o no, non vedo molto spazio per una rivoluzione sul podio quest’anno. Dunque, vedo Irama terzo perché nonostante non abbia il favore della critica, ha dalla sua parte una grossa fetta di pubblico: in più, le vicende che lo hanno visto vicino alla squalifica lo favoriranno, hanno creato empatia nel pubblico.
Potrebbe essere la quota indie sul podio di quest’anno. Energico, sprezzante, politico: ha dato na botta de vita a una serata noiosa, parlando di temi caldi e facendo i “buchi a terra”. Willie Peyote secondo, sarò generoso? Forse. Se non è così, è premio della critica sicuro.
Infine, il Festival lo vince Francesca Michielin e Fedez: pezzo estremamente sanremese, una Michielin impeccabile trascinatrice e Fedez ci mette i followers: un po’ i suoi un po’ quelli di Chiara. Insomma “l’effetto Chiara Ferragni” provocò un +27% dei visitatori agli Uffizi, ti pare che non possano andare a vincere Sanremo?
Ah, tra i giovani vince Wrongonyou. Ha il pezzo più sanremese di tutta l’edizione, è oggettivamente bravo e ha già un sacco di esperienza: scusate ma chi ce l’ha messo tra i giovani? Boh.
Podio “Campioni”:
- Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez
- Mai dire mai (La locura) di Willie Peyote
- La genesi del tuo colore di Irama
Vincitore Giovani
- Lezioni di volo di Wrongonyou
Le previsioni di Sara Di Iacovo
Nei miei sogni di donna, c’è un uomo intellettuale, un artista, un filantropo: un uomo che pensa e dice cose come nessun altro fa. Ma poi alla fine, questi uomini o vogliono strafare, o il peso della loro mente li rende paradossalmente ignavi: e quindi scoraggiata, mi lascio intrigare dal primo che sappia farmi ballare o che dica qualcosa che mi resti in testa, seppur calcolato. Questo è un po’ quello che è successo in questo Sanremo: le mie aspettative hanno superato la realtà.
I miei Cavalli di punta si sono comportati come un fidanzato farebbe alla prima cena con i suoceri: cercando di non uscire fuori dalle righe dicendo la cosa giusta. Quella che nell’indie suona più come una parolaccia: il “mainstream” a Sanremo diventa il più grande degli onori ovvero il “nazionalpopolare”. E questo Sanremo ha dimostrato che il ricambio generazionale non è pronto, o forse “l’indie” ha fallito.
Troppi brani ascoltati dai giovani big di quest’anno sembrano pescati casualmente da soundcloud dimenticati, peccato, perché scrivere un pezzo sanremese non significa omologarsi o vendersi, è un esercizio di stile, è un allineamento emotivo all’Italia, al nazionalpopolare appunto. E in pochi l’hanno fatto usando al massimo il potenziale di Sanremo che esprime tutta la sua meraviglia nell’orchestra che sembra tutti abbiano dimenticato. Se dapprima la mia classifica era dettata dal mio pregiudizio buono (Colapesce e Dimartino, La rappresentante di lista, Madame) dopo le esibizioni ho dovuto inevitabilmente cambiare idea. E devo anche ammettere che il primo della lista ha creato in me un dissidio interiore quando ho pensato a lui come primo classificato: ma poi me lo ha confermato mia madre e quindi ho dovuto abbozzare davanti alla realtà. E la mia previsione vede al primo posto Irama che ripropone “Hyde and Seek” dubstep for.
Podio “Campioni”:
- La genesi del tuo colore di Irama
- Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez
- Combat Pop de Lo Stato Sociale
Vincitore Giovani
- Lezioni di volo di Wrongonyou (nonostante avrebbe DOVUTO fare di più)
Le previsioni di Annalisa Senatore
Forse questa edizione sanremese ci ha messi di fronte ad una nuova consapevolezza: non abbiamo bisogno di ascoltare una bella canzone, ma di sentire visceralmente qualcosa che ci manca. A trionfare quest’anno sarà senz’altro un duo, la formazione musicale che più tra tutte ci ricorda com’è sentirci emotivamente vicini l’uno con l’altro.
Sarà per questo che durante due serate di kermesse le uniche esibizioni davvero d’impatto, i giochi di sguardi che più di tutti han bucato lo schermo e (quasi) aperto i miei condotti lacrimogeni son stati quelli legati alle performance dei Coma_Cose, de La Rappresentante di Lista e di Colapesce e Dimartino: la sincronia musicale tra due artisti si migliora in sala prove, ma la simbiosi empatica tra due esseri umani è quasi un superpotere, sempre più raro ed eternamente scintillante.
Ma se è vero che la singolare connessione emotiva tra gli artisti è un valore aggiunto per nulla scontato, è altresì vero che la vicinanza psicologica tra l’artista e il suo pubblico – soprattutto grazie alle piattaforme social – è oggi un’importante corsia preferenziale, specie nell’ambito musicale. Ecco perché, probabilmente, a vincere questa edizione di Sanremo sarà la coppia di artisti più amata e social-mente connessa col pubblico del magico mondo dell’internet.
Podio “Campioni”:
- Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez
- Voce di Madame
- Musica Leggerissima di Colapesce Dimartino
Vincitore Giovani
- Lezioni di volo di Wrongonyou
Le previsioni di Francesco Pastore
Sanremo per me è indispensabile. Non ho altro termine per descrivere meglio la benevola aspettativa, l’ansia riflessa nei mutamenti delle correnti musicali e la bulimia per del sano trash che puntualmente ogni anno genera in me. L’edizione 2021 non mi ha esaltato: necessario aspettarsi di più, irragionevole non lamentarsi. Mi piacerebbe prender sonno sabato notte pensando a Sanremo come stupore, caso e caos (citazione che utilizzo spesso nella speranza di viaggio onirici in terre lontane e distanti da algoritmi, stream e visualizzazioni) ma nello scalpellare una top3 mi atterrò alle leggi del betting: puntare cavalli sicuri, quote basse e che pagano il giusto.
Podio “Campioni”:
- Arnica di Gio Evan
- Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez
- Un milioni di cose da dirti di Ermal Meta
Vincitore Giovani
- Polvere da sparo di Gaudiano
Le previsioni di Lucrezia Costantino
Ancora una volta, quest’anno, vediamo sul podio la classica canzone sanremese. Nonostante ci sia la crème de la crème della scena indipendente più figa degli ultimi anni, la giuria demoscopica ha ben pensato di piazzare nei primi tre, brani che rappresentano il classico cliché della canzone italiana scritta a tavolino. Nulla di personale, sia chiaro. E’ stato definito come “un festival diverso”, ma a quanto pare riguarda solo l’assenza del pubblico (sostituito con dei palloncini discutibili) e non della qualità dei brani. Il Festival della Canzone Italiana non è ancora pronto al cambiamento.
Durante la prima serata, dopo aver ascoltato Colapesce e Dimartino, mi sono detta: “cavoli, forse questa è l’annata giusta”, ma a quanto pare i signori della giuria demoscopica la pensano diversamente. Molto probabilmente questa non sarà la classifica finale e, anche se il cuore la pensa diversamente, dobbiamo aspettarci nella top 5 almeno due di questi brani. Speriamo in un ribaltamento finale e, in ogni caso, come disse un tale qualche anno fa: “Questo Festival è truccato, lo vince Fausto Leali!”. Vedremo.
Podio “Campioni”:
- Chiamami per nome di Francesca Michielin e Fedez
- La genesi del tuo colore di Irama
- Mai dire mai (La locura) di Willie Peyote
Vincitore Giovani
- Lezioni di volo di Wrongonyou
Le previsioni di Giulia Perna
Come sempre, per apprezzare le canzoni, occorre un ascolto più attento. Dopo le due serate, faticosamente portate a termine, perché ormai c’ho na certa, posso dire di vedere al primo posto La Rappresentante di lista, portano sicuramente la canzone più bella al Festival e l’esibizione di ieri è stata degna di nota. Al secondo posto vedo Colapesce Dimartino, tanto acclamati anche prima dell’inizio della kermesse e devo dire a ragion veduta. La loro canzone mi fa venire un’irrefrenabile voglia di ballare, negli anni ’70 se fosse possibile. Sono la fetta di cantautorato indie di cui abbiamo bisogno. Terzo post ad Ermal Meta perché sono una romanticona e sono sicura che la maggior parte degli italiani lo è come me.
Vincitore dei giovani vedo Folcast perché ho delle good vibes verso questo ragazzetto che zitto zitto è arrivato da Roma e ha fatto il culo a tutti.
Podio “Campioni”:
- Amare de La Rappresentante di Lista
- Musica Leggerissima di Colapesce Dimartino
- Un milioni di cose da dirti di Ermal Meta
Vincitore Giovani
- Scopriti di Folcast
Le previsioni di Monica Malfatti
E dopo le previsioni serie dei miei colleghi, un po’ di sana utopia. Tra le lacrime di sangue di Achille Lauro e quelle di commossa emozione di un’altra Laura (Pausini), in queste due serate ce n’era davvero per tutti i gusti. O meglio, per tutti gli occhi. Premio quelli con dentro le fiamme dei Coma_Cose, che le lacrime le grattugiano per salarci la pasta e mangiare via la malinconia. Loro che, mentre cantano, negli occhi si guardano sempre, ricordandoci come con lo sguardo si possa davvero colmare ogni distanza.
Podio “Campioni”:
- Fiamme negli occhi dei Coma_Cose
- Bianca luce nera degli Extraliscio con Davide Toffolo
- Santa Marinella di Fulminacci
Vincitore Giovani
- Regina di Davide Shorty
La Redazione
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