Lasciatevi avvolgere “qui” dal sopraffino nuovo disco di Bonetti
“Qui” è il nuovo album di Bonetti, uscito per Bravo Dischi/Labellascheggia. Il cantautore piemontese torna sulla scena dopo i due precedenti album “Camper” e “Dopo la guerra”. Bonetti sale di nuovo in cattedra e lo fa a modo suo, avvolgendoci nella sua intimità, confermandosi un autore sopraffino, che non insegue i trend del momento, capace di mantenere e perfezionare nel tempo la propria identità artistica.
I sette brani di “Qui” tracciano un sentiero all’interno della sfera personale dell’artista, un percorso schietto, ricco di tradizione e proprio per questo forse così immediato ed efficace. Ad essere messa in luce è la travolgente capacità di scrittura di Bonetti, che riesce a raccontare qualcosa di tutti noi, pur parlando del suo vissuto.
Il viaggio ha inizio da “Camionisti”. La lunga introduzione strumentale (insolita per questi tempi ultra-moderni) ci trasporta subito sul sedile posteriore di un’auto in viaggio per chissà dove. Abbiamo la testa appoggiata al finestrino, cullati da parole in cui è facile immedesimarsi. Si prosegue e quello che sembra essere un fattore comune che ci fa da guida è il concetto del tempo, che troviamo prima nella decisamente attuale e toccante “Non ci conosciamo più”:
“ora che il presente è passato /
che quello che era certo è cambiato /
che aspettiamo un abbraccio qui a un binario abbandonato”
Anche nella traccia successiva, intitolata “Ceretta”, sembra dirci di fermarci a riflettere invece che correre come pazzi:
“il tempo è una lametta
che passa sopra i giorni
e ogni giorno passa in fretta”
“Siamo vivi”, l’altro singolo che ci ha anticipato l’album, è un grido di liberazione, ricco di espressioni forti e di impatto, in cui il tempo si conferma un concetto chiave:
“così pisciamo insieme sulla morte
di queste ore lunghe da riempire
di tutto questo mio niente da fare”
La tappa finale del viaggio è la bellissima e riflessiva “Le risaie”. La traccia conclude il disco con una domanda: “ci pensi mai come sarebbe passare tutta la vita qui?”. Un “qui” di arrivo indefinito: che siano questi prati, queste quattro case umide, o il corpo che ci tiene, “qui” si lascia interpretare e diventa l’esimio e personale epilogo del viaggio dell’ascoltatore.
Il disco di Bonetti è un disco puro, cantato da un’artista reale, che scrive per una forte esigenza personale. Un artista in grado di raccontare la sua dimensione personale in modo che risulti universale, condivisibile da tutti. Questo trapela da ogni singola nota o parola delle canzoni.
È un album che racconta la vita di tutti al mondo di oggi, ricco di spunti di riflessione e che, dopo averlo ascoltato, ti fa venir voglia di conoscere meglio chi lo ha scritto. Alcuni dei meriti di questa finissima produzione sono da dividere con Fabio Grande, co-produttore artistico già del secondo album di Bonetti.