Viaggio post maturità è il titolo del debut album di Calabi, il cantautore scienziato che ha impressionato gli ascoltatori con la sua delicatezza e gli arrangiamenti essenziali ed avvolgenti.
Il cantautore bergamasco prende in prestito il suo nome da Eugenio Calabi, matematico italiano che più di ogni altro ha ispirato la vita parallela, quella che lo ha visto laurearsi in fisica teorica. Andrea oltre a scrivere canzoni, scrive anche libri per bambini, insegna loro la matematica attraverso il linguaggio dell’estetica e la sua vita è quindi in bilico tra mente e cuore.
Un cantautorato che poteva risultare vecchio ma che viene rispolverato dai suoni pop elettronici di Federico Laini, già suo compagno di avventura nei Plastic Made Sofa.
A tutti noi sarà capitato di ripensare a quel viaggio post maturità che ci ha fatto sentire improvvisamente più grandi, catapultati nel mondo degli adulti senza averne troppo la percezione. Sono quelle sensazioni che se ci pensi dopo tanto tempo, ti fanno guardare al passato con tenerezza. Sono esattamente queste le suggestioni che Calabi ha voluto evidenziare e porre all’attenzione.
Il viaggio di cui ci parla è un viaggio a metà tra il metaforico e il concreto, un’esperienza attraverso turbolenze e squarci di sole, colori e connotazioni geografiche ben precise. In un attimo ci troviamo tra i palazzi Tintoretto e Cimabue del quartiere San Polo di Brescia, dove il regista Andrea Cominoli riesce a creare la giusta suggestione tra luce, fotografia, i due attori avvolti da un’aurea particolare.
Quattro video pensati come quattro episodi di una serie, quattro brani che hanno anticipato l’uscita dell’album, introducendo l’ascoltatore lentamente all’interno di questo mondo fiabesco.
Partiamo proprio da Sferica, la prima tappa di questo itinerario raccontato in modo insolito anche dal punto discografico, l’idea è stata quella di presentare il nuovo album con la formula di una mini serie in quattro episodi.
A ogni episodio corrispondeva una release di più brani, ma con una focus track e un videoclip. La prima release oltre a Sferica conteneva i brani Madeleine e Domani, uscite nei mesi scorsi, e la strumentale Ieri.
La sfera diventa metafora del corteggiamento, un lungo rincorrersi su una superficie curva, girando e rigirando. Poi alla fine la corsa finisce e come si fa a resistere?
La gravità può dare mal di testa, ma ci sei tu e poi ci sono io in orbita
e le pupille sono una finestra e la TV sono elettroni su una traiettoria insolita…
Il racconto prosegue con Manifesto, la focus track associata ad un nuovo video, che come la precedente release conteneva al suo interno anche Diluvio. In questo modo il puzzle si compone passo dopo passo, lasciando all’ascoltatore il privilegio di sentirsi parte di questo processo creativo.
Tante delle mie paure nascono dalla relazione col mondo. Sono perlopiù paure di non essere capito, di essere giudicato male, di vedere svilito qualcosa di prezioso.
Un brano che parla del timore di non essere capiti o accettati, di essere etichettati con un banale slogan, ma per fortuna poi c’è anche il coraggio di spogliarsi e mostrare le proprie cicatrici.
Approdiamo poi alla traccia che da anche il nome all’album, Viaggio post maturità, l’artista ci parla dei ricordi e della malinconia del passato ma anche della meraviglia di ripercorrere ciò che è stato fino all’arrivo nel punto desiderato.
Nel videoclip del brano c’è l’iconica immagine di Vivien che pedala sulla cyclette in terrazza con un binocolo tra le mani, lo sguardo sognante che travalica l’orizzonte e un sorriso amaro sulle labbra.
L’ultima puntata si gira intorno al singolo Mani. Il cerchio si chiude con il freddo e la nostalgia, le mani che non si cercano più, la nostalgia delle carezze ormai perdute ma anche dei graffi.
Un tuffo nel passato, una porta che sembrava chiusa e d’improvviso si spalanca, un cocktail di emozioni che ci fa sentire più vivi che mai.
I colori pastello, il racconto di una favola tra due protagonisti che non si incontrano mai, un disco che abbiamo scoperto poco alla volta e che abbiamo avuto il tempo di osservare da vicino, come sotto una lente d’ingrandimento, per coglierne le sfumature.
Tutto questo è Viaggio post maturità, tutto questo è Calabi.
Guarda il video della miniserie completa
Giulia Perna
Meglio conosciuta come @machitelhachiesto. Salernitana di nascita e bolognese per amore di questa città. Ha conseguito il titolo di Laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d'impresa presso l'Università di Bologna. Si definisce "malinconica per vocazione". Da grande vorrebbe osservare le stelle. Crede nella forza delle parole, nella bellezza che spacca il cuore e nella gentilezza rivoluzionaria. Le piace andare ai concerti, mischiarsi tra la gente, sentire il profumo del mare e camminare sotto i portici.