“Cose stupide”: l’esordio di Tenth Sky tra “empatia” e introspezione
Oggi facciamo un piccolo salto indietro nel tempo che ci riporta esattamente al 30 marzo, data di uscita di Cose stupide, il primo ep del giovanissimo cantautore romano Tenth Sky, nuova punta di diamante nella famiglia di Bomba dischi.
All’anagrafe il suo nome è Riccardo Mari. È nato nel 2005 e fa, dunque, parte di quella generazione di giovanissimi artisti che sta provando a ritagliarsi il proprio angolo di cielo nell’immenso scenario della musica italiana.
Appena mi è stato proposto di recensire Cose stupide ho subito avuto un flashback a un giorno di diversi mesi fa, quando la riproduzione casuale di una playlist di Spotify mi aveva proposto un altro singolo di Tenth Sky, Domani, da cui ero stata particolarmente colpita:
Mi conosci sono sempre stato uno di fretta / Con troppi mostri nella cameretta / Con troppi sogni da realizzare / E con tante parole ma una sola penna / Io che credevo fossi una certezza / Ma certezze io qua non ne ho
A conquistarmi, nell’ascolto del brano, oltre al timbro caldo ed emotivo dell’artista, sono state proprio le prime parole del testo, in cui ho riconosciuto il senso di incertezza e di irresolutezza tipico della mia generazione (la Generazione Z) che, in fin dei conti, è la stessa di Riccardo, anche se lui è ancora un adolescente, mentre io, purtroppo, non lo sono più da un pezzo.
In “Cose stupide” ho ritrovato i sentimenti e le impressioni di Domani, declinati ed espansi in cinque tracce – Cose stupide, Capelli blu, Due anni fa, Lei o me, Empatia.
Tenth Sky ci regala un ritratto sincero e diretto della sua adolescenza, scavando nella propria intimità e dando voce a sentimenti complessi che, però, grazie alla sua scrittura lineare e al suo modo intimo di cantare, sembrano trovare ordine e pace nella sua musica.
Il fulcro tematico di Cose stupide è l’amore, con tutto ciò che, nel bene e nel male, questo comporta. Nei vari brani il rapporto con un’altra persona diviene, infatti, un modo per fare i conti con se stessi e con le proprie insicurezze.
Proprio nella title track, che è anche il brano di apertura del disco, la mancanza dell’altra persona diviene il pretesto per un viaggio introspettivo nelle proprie fragilità:
Io vorrei sentirmi meno fragile e non perdermi in delle cose stupide / Ma tanto è inutile, lo sai meglio di me / Che tu mi urli in faccia, neanche sai cos’è questa solitudine…
Tra i cinque brani del disco troviamo anche un feat. In Capelli blu le penne e le voci di Tenth Sky e di Ariete si uniscono, concretizzando in un brano un rapporto di stima reciproca. Riccardo è sempre stato fan di Arianna e Arianna, dal canto suo, ha voluto che fosse proprio Riccardo ad aprire i suoi concerti in giro per l’Italia la scorsa estate.
Il brano che chiude l’ep, Empatia, è, a mio parere, il più bello dei cinque:
Pago il conto per questa empatia, che in questo mondo sembra malattia
Del resto, in un mondo in cui si è sempre meno propensi a mettersi nei panni dell’altro chi riesce a sottolineare ancora il valore dell’empatia e, soprattutto, a praticarla, ha già vinto in partenza.
Il primo ep rappresenta, generalmente, per un artista, un modo per gettare le fondamenta della propria carriera, l’occasione per dire “ci sono anche io”, presentandosi a un pubblico ancora da conquistare con un primo importante biglietto da visita. Da questo punto di vista, Cose stupide è indubbiamente una bella lettera di presentazione: Tenth Sky, un po’ per la sua giovane età, un po’ per propensione naturale, ha dalla sua parte una scrittura chiara e sincera che, unita al suo timbro elegante e caldo, rappresenta un ottimo punto di partenza per un viaggio che, visti questi presupposti, sembrerebbe destinato a durare a lungo.
Chiara Montesano
Classe 1997. Ho una laurea in Italianistica ma provo a scrivere di musica mentre sogno la sala stampa di Sanremo.