La prima volta di Galea, “Come gli americani al ballo di fine anno”
/de·bùt·to/ – Un inizio, un esordio che porta ad un percorso che (si auspica) sia lungo e foriero di conquiste, in termini di risultati e di crescita personale. Claudia, in arte Galea, ha poco più di 20 anni, e dopo importanti esperienze tra AmaSanremo e XFactor, lega a doppio filo il suo debutto discografico ad un concept da autentica prima volta: nasce così “Come gli americani al ballo di fine anno”, extended play licenziato per Sugar Music lo scorso 21 gennaio.
Un pugno di tracce che si muovono tra pop, sintetizzazioni, suoni analogici e paesaggi sonori che attraversano l’Atlantico
L’artista pugliese si mette in gioco in prima persona, trovando valida collaborazione in Maggio per “Voglio solo cose belle”. Più che i singoli elementi, siano essi compositivi o testuali, è la somma di tante piccole cose a restituire il palpabile carisma di questa release: in bilico tra Lana Del Rey e Phoebe Bridgers, Galea restituisce tutta la malinconia che nasconde, tra i suoi risvolti, anche un momento significativo come il ballo di fine anno.
È il prom, tradizione tutta a stelle e strisce che dalle nostre parti è stata ricalcata in forma posticcia e a tratti imbarazzante; non è questo il caso, perché negli snodi della tracklist la sensazione è che un frammento di vissuto così popular possa custodire, a suo modo, preziosi istanti di profonda introspezione. Ed in questo gioco, la persona che ha plasmato le canzoni si trova perfettamente a suo agio, evocativa e a tratti cerimoniale in una produzione che non cede alla tentazione della cosmesi: i brani sono efficaci qualsivoglia abito siano chiamati a indossare, tanti negli arrangiamenti sul disco quanto nelle versione acustiche apprezzate in una videoconferenza di inizio settimana.
Scendi le scale del piano superiore, tua madre è pronta a scattarti la foto, è il momento di andare al ballo di fine anno, come gli americani.
Ciao Claudia, “Come gli americani al ballo di fine anno” è sicuramente un titolo evocativo per la tua prima release. Puoi presentarci questo tuo EP d’esordio?
Ciao! “Come gli americani al ballo di fine anno” è il racconto tenero ma allo stesso tempo schietto di una post adolescenza. Quello che lega alla radice ogni brano dell’EP è la volontà di ritornare a una genuinità di pensieri e sentimenti, a prescindere dalle aspettative e dalle pressioni esterne dei tempi e dei gusti che cambiano spesso troppo velocemente per starci al passo senza smarrire la propria identità.
C’è una manifesta voglia di leggera, ma al tempo stesso i toni delle tue canzoni sono raffinati, eleganti e a tratti epici nella loro profondità. Per te è spontaneo impostare un equilibrio così peculiare o si tratta di un lavoro ragionato attorno alle tue canzoni?
Grazie! È molto spontaneo perché è un po’ il riflesso di come mi sento, naturalmente predisposta a rimuginare ma sempre in cerca di quella leggerezza. E col tempo ho imparato a trovarla.
Tra le note biografiche troviamo interessantissimi nomi localizzati all’estero quali tue fonti d’ispirazione (su tutte, Lana del Rey, Clairo, Phoebe Bridgers); guardando al panorama nostrano, quali sono, secondo te, le artiste e gli artisti più validi o che comunque ti ispirano?
In Italia mi piacciono molto Lucio Corsi, Fulminacci, Ginevra, Emma Nolde, Pablo America e Vale LP.
Il brano con Maggio vive di carisma magnetico e una gran bella intesa che si nota anche nelle armonie vocali, com’è nata questa collaborazione?
Maggio mi piace molto perché è un rapper che scrive in modo poetico. Ha un non so che di delicato nei testi e io sono generalmente attratta da questa dimensione. Quindi gli ho proposto di partecipare al brano e ha accettato, sono stata molto contenta!
Viviamo un presente che ci circonda di dannazioni, sembra che ogni scazzo sia a buon mercato e pronto ad attanagliarci. Quanto è importante, secondo te, rivendicare il diritto a custodire quei fardelli che hanno un determinato significato per ognuno di noi… a “Soffrire bene”, parafrasandoti 🙂
È molto importante soprattutto perché invece siamo abituati a forzarci per apparire sempre produttivi, in forma, sicuri, attivi, pieni di lavoro, mai fermi; soltanto che è impossibile esserlo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. Penso che a lungo andare ogni tanto sia utile essere sinceri con se stessi e concedersi di essere insicuri o stanchi.
Ultima domanda di rito: oggi il tuo nuovo EP, e da domani quali sono i progetti?
Sicuramente nei piani ci sono delle date live, ma adesso ancora non si sa niente. Posso solo dire che non vedo l’ora!
Guarda anche l’Intervista Lampo a Galea, rilasciata in occasione dell’uscita di “Ragazzo fuori moda”