A distanza di poco più di un anno, Myss Keta torna sulla scena con il suo nuovo Ep, Il cielo non è un limite, uscito il 13 novembre per Island Record/Universal Music Italia. Questa volta la ragazza più iconica di Porta Venezia si mostra in tutta la sua versatilità: da santa ed eroina a ragazza immagine, da dea a CEO e a rider. Obiettivo di queste trasformazioni è proprio quello di travalicare ogni limite possibile, di vivere le situazioni più disparate, di impersonare ruoli opposti e totalmente diversi tra loro.
A questo giro, però, la Myss si rivela più matura e dimostra di non essere indifferente agli attuali problemi sociali
Non risparmia critiche al capitalismo e al consumismo, mettendo però in evidenza tutte le contraddizioni della società consumistica in cui viviamo. In RIDER BITCH (feat. Lilly Meraviglia) denuncia la situazione lavorativa dei riders e si fa portavoce, sempre in maniera ironica e pungente, della loro lotta. Ma appunto, Myss Keta muove le critiche suddette vivendo, come tutti noi, nelle contraddizioni del sistema capitalistico e quindi, pur denunciando una situazione lavorativa precaria e di sfruttamento, di sicuro non rinuncia alle sue Louboutin:
“Pedalare col tacco non è certo da tutti, ma non è un problema per le mie Louboutin”.
Myss Keta però è una donna libera che non prende ordini da nessuno, tantomeno da un algoritmo: il ritornello è una ripetizione di “no che non lo consegno”. Il pezzo si conclude con il suo slogan anticapitalista: “You call it capitalism, I call il slavery. Fuck capitalism”.
Da paladina dell’anticapitalismo, Myss Keta si trasforma ironicamente nella tipica consumatrice. In DUE, un pezzo dal beat anni ‘90 super ballabile e con un testo pieno di inglesismi, la protagonista dichiara, tra la voglia di Big Mac e auto di lusso, che: “Se non lo puoi comprare due volte non te lo puoi permettere”.
L’Ep di Myss Keta è anche ricco di riferimenti a personaggi storici.
Il titolo di GIOVANNA HARDCORE, gioca sull’assonanza con Giovanna D’arco. Anche nel video la nostra Myss veste i panni della “pulzella d’Orleans” a bordo del suo cavallo, dal quale scende solo per ballare a ritmo di musica. In DIANA (feat. Priestess & Populous) Myss Keta fa riferimento sia alla Principessa Diana, sia alla dea della caccia. Come dichiarato all’inizio della canzone, infatti: “Sono Princess Diana, il dovere mi chiama, vado a caccia per te […] Goddess Diana, I’m coming out, vado a cacciare e lo faccio per te”. Il brano contiene anche una strofa rap in greco antico. Come scritto ironicamente da Populous in un post su Instagram:
“Il vostro diploma al liceo classico ha finalmente un senso”.
Infine in GMBH e PHOTOSHOCK Myss Keta riveste rispettivamente i ruoli di mistress e ragazza immagine. In GMBH si cimenta anche nel tedesco.
Il cielo non è un limite si rivela l’ennesimo esperimento di Myss Keta per nulla banale, un Ep più maturo e consapevole rispetto ai precedenti lavori, che pur mantenendo una certa continuità con gli album passati, non risulta mai ripetitivo. La Myss si cimenta in nuovi ruoli, sperimenta beat anni ‘80 e ‘90 ed addirittura rappa in greco antico e in tedesco. Sicuramente dimostra di essere un esperimento particolare nel panorama musicale italiano, anche alla luce dei suoi mix tra riferimenti culturali e mondo trash non apprezzati da tutti.
Ma cosa direbbe Myss Keta ai detrattori che criticano i suoi testi e le sue trovate? Probabilmente che lei è fatta per essere amata, non per essere compresa.
Foto in copertina di Dario Pigato