La bellezza di perdersi e riconoscersi nell’Universo di Mara Sattei
Il 2022 è appena iniziato e Mara Sattei ha già deciso che questo sarà il suo anno. Il 14 gennaio, infatti, è uscito su tutte le piattaforme digitali e nei negozi fisici il suo primo album, Universo, interamente prodotto da tha Supreme.
Mara Sattei è un’artista unica nel suo genere, non solo per la sua vocalità super raffinata, ma, anche e soprattutto, per la sua straordinaria identità artistica, frutto di anni di gavetta e sperimentazione.
Forse in pochi ricorderanno la sua partecipazione, circa otto anni fa, a un famoso talent televisivo.
All’epoca Mara Sattei era semplicemente una diciottenne di nome Sara che, però, portava già con sé un fortissimo sapore di novità. Io, personalmente, quando la vidi rimasi affascinata, non solo dal suo modo di fare musica, ma, soprattutto, dalla sua straordinaria identità artistica che le permetteva di passare con una facilità estrema da una cover di Macklemore a un pezzo di Beyoncé senza compromettere mai la propria unicità. Guardandola e, soprattutto, ascoltandola, a distanza di così tanto tempo, mi rendo conto che questo aspetto di lei non è affatto mutato.
E, così, tra cose che restano e cose che cambiano – come ogni grande artista che si rispetti – in questi otto anni Sara Mattei, che oggi si presenta al grande pubblico come Mara Sattei, di strada ne ha fatta un sacco e, cambiando pelle, ma restando sempre fedele a se stessa e a quella originalità che si porta dietro dagli esordi, venerdì 14 gennaio ha pubblicato il suo primo disco, Universo, già anticipato dai singoli Scusa e Ciò che non dici.
Si tratta, indubbiamente, di un progetto ambizioso che, in quattordici brani, mostra l’evoluzione personale e artistica di una giovane cantautrice. Mara negli anni abbiamo imparato a conoscerla e ad apprezzarla a piccole dosi, partendo dalle prime Registrazioni (Nuova Registrazione 326, Nuova Registrazione 402, Nuova Registrazione 527) – flussi di coscienza che prendono vita su un beat – per arrivare ai feat con artisti importanti della nostra scena musicale.
In un contesto come quello della musica italiana, dove tutto sembra correre estremamente veloce, Mara non solo ha saputo aspettare il suo momento, ma ha voluto crearlo personalmente, con una dedizione estrema.
E, così, lavorando, come si suol dire, “senza fretta, ma senza sosta”, ha impiegato ben tre anni per dar vita a un album che potesse finalmente permetterle di presentarsi ai suoi ascoltatori offrendo un’immagine chiara e veritiera di sé. Infatti, nei molti brani che compongono il disco, Mara Sattei mostra le sue diverse anime, da quella più pop a quella più drill, destreggiandosi con un’abilità estrema tra un’ampia varietà di generi e di tematiche. Sicuramente l’amore, il dolore, la solitudine, la ricerca di libertà e di leggerezza, il rapporto con la scrittura, con la solitudine e con la fede sembrano essere i pilastri principali su cui si regge l’Universo di Mara.
Il proposito dell’artista è, infatti, proprio quello di catapultarci nel suo universo, personale e musicale. Come ci spiega nella title track e intro del disco, Universo, brano che sembra raccontarci, a più riprese, il suo rapporto con la musica e la scrittura, nonché la necessità che la spinge a essere una cantautrice:
“Guardo il sole, sembra eclissi / E ristabilisco le mie storie poi in cd come fosse un mix”
“Le mie storie difficili le racconto qui”
“Io sono qui, sì, per volare, / in fondo, dentro il mio universo che vi mostro”.
In questo viaggio, di circa quaranta minuti, nell’universo di Mara Sattei a colpire sono soprattutto i feat, che rappresentano uno dei maggiori punti di forza del disco.
Qui ritroviamo vecchie conoscenze di Mara come Carl Brave, nel brano Tetris, Gazzelle in Occhi stelle e, ovviamente, thaSup, in 0 rischi nel love. Quest’ultimo è un pezzo che dà molte vibes da club e che, con le sue particolari sonorità, mette momentaneamente in standby quell’atmosfera raffinata e intima che sembra caratterizzare la maggior parte dei brani. A colpire, però, sono soprattutto le due nuove collaborazioni, Qui Mara mostra di sapersi rapportare benissimo sia alla scena rap, che alla scena pop italiana.
In Blu intenso la vocalità raffinata di Mara incontra la penna incisiva e tagliente di Tedua. Il rapper assume, però, in questo caso, una veste particolarmente romantica. Danno, così, vita a un brano che già dal primo ascolto sembra destinato a diventare una hit e che, infatti, è già cliccatissimo sia su You Tube che su Spotify.
In Parentesi l’artista realizza il sogno di duettare con una delle più grandi voci della musica italiana, Giorgia. Insieme danno vita a una collaborazione tanto inaspettata, quanto efficace, in un pezzo romantico, nato al pianoforte e scritto pensando alla bellezza di Roma d’inverno. Il brano accompagna l’uscita del disco e, come spiega Mara, “parla della bellezza di sentirsi liberi e leggeri a volte, anche nel mezzo del caos dei nostri pensieri”.
Tra gli altri singoli, assieme alla title track Universo, ve ne sono tre che sembrano spiccare in modo particolare per sonorità e testi. Per questo, meritano una certa attenzione.
Il primo è Ciò che non dici, riguardo al quale Mara afferma:
“è un brano che ho scritto per raccontare quanto sia più importante agire invece di aspettare che qualcosa accada, di quanto il silenzio, a volte, riesca a parlare più di mille parole.”
Poi troviamo Sabbie mobili, il racconto in musica di una storia d’amore infelice che ti catapulta nel baratro e ti fa persino dimenticare cosa sia davvero l’amore.
Infine, – con un titolo super azzeccato per quello che è, a mio parere, il brano più prezioso di questo album – troviamo Perle. A questa traccia spetta l’onere di chiudere il disco, potremmo dire, quasi ciclicamente. Infatti, proprio come la title track Universo, sembra, al tempo stesso, una carezza e un pugno nello stomaco. Perle è un pezzo straordinariamente intimo, in cui è facile rispecchiarsi; un brano profondo in cui Mara racconta una condizione comune a tutti gli esseri umani, la ricerca di pace e la difficoltà nel trovarla, da cui nasce la necessità di cercare un appiglio nella fede o, comunque, di chiedere aiuto. E così, alla fine di questo viaggio, proprio grazie a Perle, possiamo renderci conto che l’Universo di Mara Sattei è un po’ quello di ognuno di noi.
Chiara Montesano
Classe 1997. Ho una laurea in Italianistica ma provo a scrivere di musica mentre sogno la sala stampa di Sanremo.