La prima volta di Saera, tra timori e leggerezza

“Saera” è l’EP omonimo della cantautrice Saera, moniker della giovanissima cantautrice romana Sara Errante Parrino, pubblicato venerdì 11 marzo 2022 per Sbaglio Dischi (in distribuzione The Orchard). Questa release segue i precedenti singoli “Prima volta” e “Corpo Estraneo” feat. Puertonico e “Tu sei” feat. Masamasa. Con questo Ep d’esordio la cantautrice ci trasporta, grazie alla sua voce ammaliante e coinvolgente dentro atmosfere chill e avvolgenti.

Un Ep che suona spensierato e drammatico allo stesso tempo.

La stessa cantautrice, infatti, ha affermato: “Ogni brano che ho scritto ha un po’ di malinconia dentro, semplicemente perché non mi piacciono i saluti, non mi piace dover perdere delle persone, purtroppo però è il corso della vita, quindi spero di ballare sulle mie parole tristi un giorno. Non c’è un filo logico che lega i brani, sono una raccolta di esperienze o emozioni che provo o che ho provato, essere sinceri a volte fa male anche a se stessi. Io sono un disastro, a volte le mie idee si intrecciano male e faccio confusione, sono spesso tra le nuvole, ma raccogliere questi pensieri mi ha fatta crescere e riflettere. Ora si continua a nuotare.”

Saera – Saera [Ascolta qui]
Iniziamo quindi questo viaggio: Cuffie. Play, on. Raggiungiamo Saera, in quelle nuvole.

Vi ricordate che prima ho fatto riferimento ad una voce “ammaliante”? Nella prima traccia dell’Ep “ammaliante” è l’aggettivo giusto da affiancare alla voce che sento. Quando inizia a cantare Saera nel feat con Masamasa, percepisco un incontro versatile tra due personalità simili e diverse allo stesso tempo. “Tu sei” è il titolo della canzone: parole che si ripetono in un ritornello che con leggerezza mi trasporta in un falsetto coinvolgente. Ci nuoto dentro.

Proseguo l’ascolto con “Prima volta”. La batteria elettronica mi fa ondeggiare, mi fa immaginare: se chiudo gli occhi mi sembra di stare in una scena di un video in bianco e nero dove canto con un megafono su un tram, nel riflesso di uno specchio intravedo l’immagine della persona amata. Non so se è immaginazione, o può essere una buona idea per un videoclip! Sonorità molto vibranti e trascinanti.

Proseguiamo con “Dentro”. La parola che assegnerei a questo brano è “intensità”, al più “profondità”. Percepisco questo: un vuoto, una mancanza, un pozzo profondissimo nero, buio, scuro in cui poter urlare tutto ciò che ci ferisce, anche se il risultato potrebbe essere un ritorno potente, freddo, come un eco, uno strascico. Un’immagine che a mio parere, può comunque essere interpretata come confortevole, come questo brano.

Saera
Andando avanti con ascolto: “Questo posto fa male lo sai”.

Un’intenzione decisa, direi molto malinconica, nostalgica, a tratti drammatica: i cori che rispondono alla voce principale risuonano forti come se fossero una voce di una coscienza che ricorda ciò che è importante tenere a mente. Sento le sue mancanze ed il suo vuoto da ascoltatrice, un’empatia molto forte ho avvertito seguendo la melodia e il giro d’accordo di chitarra che esprime la malinconia e la nostalgia suddetta.

Ultimo brano, un altro feat, questa volta con Puertonico. Con “Corpo Estraneo” si ritorna ad ondeggiare e fluttuare, seguendo la musica schiocco le dita. Un bel messaggio: un invito ad amare se stess*, quella sensazione per cui a volte non ci riconosciamo, non conosciamo la nostra stessa verità.

Casa mia, corpo mio, un invito per quando ci sentiamo “stran*” nel nostro stesso corpo. Un promemoria: è casa nostra, è il nostro corpo. “Sono io” dice Saera: una consapevolezza matura. Insomma una voce carezzevole che con testi ragionati si mescola ad una musica ondeggiante per certi versi, profonda per altri versi, un buon esordio! Buon viaggio Saera, ci hai conquistat*!

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