Note da flusso di coscienza nel nuovo EP di Marco Giudici
Spesso abbiamo la sensazione della vita come un continuo susseguirsi di periodiche ricorsività, quasi a comporre un eterno ritorno (per dirla con un certo tono). Provi a convincerti che non c’è nulla di così prestabilito, ma poi delle stupide cose di enorme importanza finiscono per riattivare quel tarlo sopito fra altri pensieri. Come nel caso del suo disco d’esordio, mi è capitato di imbattermi nella nuova fatica discografica di Marco Giudici con colpevole ritardo; a fronte di un progetto le cui release meritano di essere ascoltate dall’esatto momento in cui vedono la luce della pubblicazione.
Un EP di inediti per Marco Giudici
Il nuovo album dell’artista classe 1991 si intitola “Io cerco per sempre un bivio sicuro”; è disponibile all’ascolto dallo scorso 7 dicembre, licenziato per 42 Records.
Squadra (discografica) che vince non si cambia; ecco quindi la medesima label di “Stupide cose di enorme importanza” prodigarsi in un contesto che si emancipa dalle più canoniche e irregimentate dinamiche di registrazione/produzione. Le quattro tracce dell’attuale proposta d’ascolto sono state plasmate in una due giorni a metà fra happening e installazione performativa avvenuta la scorsa primavera in quel di Milano, presso la Casa degli Artisti. Strumenti tra analogico e digitale, tre musicisti, una trentina di persone ad assistere al sacro che si dischiude: il momento, tanto intimo quanto tortuoso, della creazione di un brano.
Marco Giudici, questa volta, evolve il proprio approccio aprendosi e coinvolgendo Adele Altro e Alessandro Cau.
Sono loro a suonare e a dare il proprio contributo per i quattro episodi, intitolati ognuno con una porzione del titolo dell’EP; ed è da qui che parte una necessaria riflessione sulla dimensione più concettuale e introspettiva di questa proposta. Suoni ben definiti, riconducibili a determinate influenze già palesate nell’opera prima firmata dall’autore, ma che rigettano qualsiasi classificazione. Ci sono riverberi, pattern percussivi estemporanei, sintetizzatori melliflui, cori sghembi e improvvisati; tutto ciò plasma un disordine che irradia armonia, passi incerti che, nonostante tutto, disegnano un percorso ben definito.
A coronare il congedo, arriva “Un bivio sicuro”, brano cantato a due voci dallo stesso Marco Giudici insieme ad Adele Altro; una fine che, mi sento di dire, segna più una sospensione in attesa dei prossimi episodi discografici, dei nuovi inizi che arriveranno e meritano di esserci.
Tante generazioni non chiedono altro che “un bivio sicuro”
Abbiamo a che fare con musica che, sul piano concettuale, cristallizza una fotografia realistica dell’essere in bilico fra i 20 e 30 anni oggi. Marco Giudici, nella sua musica, predica un ritorno alle cose che sentiamo più vicine a noi, alla pratica quotidiana del custodirle. Nella rassegnazione di generazioni ormai abituate ai salti mortali, all’incerto e alle scelte (anche dolorose e sofferte), l’unico auspicio è che quantomeno la vita riesca a proporre un bivio sicuro.
Sta a noi cercarlo.