A due anni di distanza dal suo primo album Oceano Paradiso, certificato disco d’oro, torna chiello con “Mela Marcia”. Il nuovo disco è uscito venerdì 26 maggio per l’etichetta Island Records insieme al video del singolo Puoi fare meglio che, lo scorso 11 maggio, ne aveva anticipato la pubblicazione così come il brano Milano Dannata, uscito invece già a marzo.
“Mela Marcia” è un concept album in cui, attraverso le tredici tracce che lo compongono, l’artista lucano non ha paura di mettersi a nudo. Mostra a tutti le sue fragilità, le sue paure, le sue ossessioni e i suoi vizi, rivelando così, spesso in maniera estremamente diretta, il suo universo più intimo e tormentato.
«Quest’album è un percorso. Vi consiglio di non ascoltarlo tutto d’un fiato, prendetevi il tempo che vi serve tra una traccia e l’altra. Potreste uscirne leggermente storditi» questo il suggerimento di chiello, e noi l’abbiamo fatto.
Già dall’introduzione troviamo il trapper faccia a faccia con i suoi fantasmi e con l’urgenza di affrontarli.
Ha tutta l’aria di essere un flusso di coscienza molto duro e spietato che conduce l’ascoltatore dritto nell’abisso più oscuro della mente del cantante – e di riflesso anche nel nostro.
Il sound, a cui hanno lavorato con lui anche Greg Willen e Mr. Monkey, è a cavallo tra trap, rock, emo, punk. È un album vero, a tratti spietato, che ti obbliga a fare i conti con tematiche scomode e con argomenti che non avresti voglia di affrontare in delle canzoni. Un disco diretto e senza filtri, come la solitudine, la dipendenza, la depressione, le relazioni futili, l’isolamento sociale, il sentirsi diverso fino ad arrivare al desiderio di sparire.
La narrazione è un viaggio pregno di elementi autodistruttivi che va dritto all’inferno. Alla fine, però, grazie a una sofferta presa di coscienza e a una maggiore consapevolezza di sé, come recita il famoso motto latino Per aspera ad astra, riesce a far trasparire un filo di luce e a trovare una via d’uscita e la voglia di prendersi più cura di sé.
L’album si apre con un’introduzione dal titolo “Tutti quanti dormono” che non arriva al minuto e dalla quale traspare tutto lo spirito dark che caratterizza il suo ultimo lavoro.
La mattina dopo tratta senza sconti del suo rapporto conflittuale con le dipendenze. L’artista, diviso a metà tra il voler smettere e l’impossibilità di farlo, rievoca questo conflitto anche a livello musicale, grazie a un mix tra sonorità elettroniche – soprattutto all’inizio, che ben rendono l’immaginario trasognato e sospeso dalla realtà, tipico di chi abusa di sostanze – e la chitarra e dallo spirito punk-rock che pervade l’intero album.
Ma è in Sparire che chiello tocca il fondo.
La chitarra qui fa da protagonista, sottolineando l’intimità dell’artista, che racconta senza sconti e peli sulla lingua, arrivando a dire “preferirei vedermi appeso dal collo”.
Puoi fare meglio è il singolo che ha anticipato di un paio di settimane l’uscita del disco e prende il titolo. Come ha raccontato lo stesso chiello, da un commento di Morgan, il brano rappresenta a tutti gli effetti la svolta positiva e concreta dell’album. È il momento in cui lo stesso artista prende coscienza del bisogno di un cambio di rotta perché “la strada che sto percorrendo porta all’autodistruzione totale”, il tutto in una chiave punk.
In MELA MARCIA, chiello si allontana dalle sonorità trap caratteristiche dei suoi lavori precedenti per lasciare più spazio qui a suoni tipici del rock e del punk, che ricordano molto quelli dei Verdena o dei Joy Division. Mostra sul finale anche richiami alla canzone d’autore italiana (Algoritmo non vi fa forse pensare a Battisti?). Insomma, chiello ci sbatte in faccia la realtà più cruda, ma si tratta di un invito a scavare dentro se stessi, affrontando i propri demoni, l’unica via per cercare di rispondere alle domande che ci affliggono.
Silvia Eccher
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