La “Nostralgia” dei Coma_Cose è la fiamma dell’eterna adolescenza
“Nostralgia è un concept album sulla “nostra nostalgia” (la crasi dà poi vita al titolo, appunto), un ritorno al passato analizzato con gli occhi del presente. In questo anno in cui tutto si è fermato, abbiamo deciso di raccontare le nostre storie passate, anche quelle che abbiamo vissuto prima di incontrarci.”
I Coma_Cose – duo composto da Fausto Zanardelli e Francesca Mesanio – raccontano così il loro nuovo album, uscito lo scorso 16 Aprile, e riflettono su quest’anno senza musica, sull’esperienza sanremese – “una deviazione di percorso bella” – sulla loro relazione, fiamma che accende e dà vita al progetto musicale, e fanno i conti con il loro passato.
Nella conferenza stampa di presentazione dell’album sono loro stessi a chiarire quello che appare chiaro fin dalla prima delle 6 tracce (più un outro), Mille Tempeste…
“Le canzoni hanno un mood e un sound che un po’ si discosta dal nostro passato.”
Tra la città e la provincia, inizia questo nuovo viaggio per i Coma_Cose. Il disco riprende la scrittura caratteristica del duo, mettendola alla prova anche su ballate come Zombie al Carrefour e Discoteche abbandonate, dove riecheggiano comunque i sound urban che avevano caratterizzato sia Hype Aura sia Inverno Ticinese.
Un album molto concentrato che rappresenta anche una piccola rivoluzione per il duo
Fare un disco oggi che sia così breve viene rivendicata come una necessità narrativa (un po’ vintage come scelta, stando a quello che dice Francesca), perché tutto quello che aveva bisogno di essere raccontato e rielaborato ha trovato il suo habitat in questi sei pezzi.
La crescita e la sospensione sono i due temi che emergono in modo preponderante dal disco. Dalla copertina con i due bambini/bambolotti in fiamme – che è il fil rouge, l’espressione del viaggio attraverso i brani – fino alla nostalgia adulta ma innocente e intrisa di azioni quotidiane di Zombie al Carrefour
Perché fare la spesa a me fa stare bene, perché mi fa pensare a quando la facevamo insieme
È un disco sospeso, come rivendicano loro stessi, dove la sospensione lascia spazio ad un tentativo di perdono che è forse l’entrata definitiva nell’età adulta. Trovarsi in una situazione di mezzo – non solo quella del Covid ma anche quella tra l’essere ragazzi e adulti – fa prevalere e apprezzare la fragilità e tanta di quella intimità che i Coma Cose hanno tentato di salvaguardare raccogliendola in un piccolo scrigno di pensieri, di sensazioni.
Le fiamme che non ritornano dunque solo nel singolo di Sanremo – una canzone per cui hanno lottato molto e di cui apprezzano il successo di pubblico e radiofonico – ma come simbolo del fuoco dell’infanzia che brucia ancora dentro e ti muove per cambiarti, spingendoti a metterti in gioco. Questo fuoco, però, rischia di essere circoscritto e ammaestrato nella crescita, perché crescendo è normale diventare più disillusi e razionali.
Questo disco è una promessa, quasi, che i due si fanno: quella di rimanere integri, coerenti, puri e ispirati da quello che ci piace di più, ossia il lato più nascosto delle cose. Un’integrità quindi personale, intima, di cui la musica è una conseguenza, una manifestazione dell’essere.
Sicuramente “Nostralgia” non è il disco che ci si aspetta, avendo ascoltato il brano di Sanremo, ma lo s’incastona perfettamente nella discografia del duo. Fiamme negli occhi trova una collocazione ottimale nel disco, come se fosse una pennellata di colore pop.
Le radici, il passato che torna come un’incudine sui pensieri e le consapevolezze del presente trova spazio anche in Novantasei. Il brano si ispira a quel grunge, o meglio ispirato da quegli anni in cui il grunge finiva, che si trasforma in qualcosa di più pop, simbolo di quello che è poi il primo grande “tradimento” musicale, come lo definiscono Fausto e Francesca. I Nirvana in Brianza come simbolo di un’adolescenza tra provincia e scoperte musicali, anni in cui la musica aveva una purezza quasi naïf, secondo Francesca. Anni che sono spartiacque non solo esistenziali, tra adolescenza ed età adulta, ma un vero e proprio divario tra due epoche.
Un altro brano di Nostralgia che colpisce sin dal primo ascolto è La Canzone dei Lupi. Un grande manifesto di libertà, il mettere in atto questa promessa di cui loro parlano, affrontando anche il tema, ostico, della canzone d’amore scritta e cantata da una coppia. i Coma_Cose riescono a superare ogni cliché banale, che rischierebbe di far diventare la classica ballata d’amore una mera dichiarazione d’intenti, per raccontare la vita nella sua quotidianità. Ne La Canzone dei Lupi, però, la quotidianità viene pervasa da “questo troppo di tutto che toglie il gusto anche ai sogni“, con la consapevolezza matura però “che col tempo tutto si addomestica tranne i lupi”.