Nudo con i Brividee: avviene in “Controluce” la ricerca di se stessi
Vittorio Motto, in arte Brividee (sì, come quei “Piccoli Brividi”), è un ragazzo schivo e introverso. La faccia stanca di chi soffre a causa di una sleep schedule cursata (come la definisce su Instagram) e i capelli che coprono gli occhi a schermare l’accesso al suo mondo interiore. Brividee nasconde un segreto o, forse, una scomoda verità.
Brividee è figlio della giovane scena musicale di Monza, humus primordiale che ha dato i natali anche a cmqmartina e Memento, suo amico e collaboratore.
Con Controluce, suo primo ep, si conferma fiero esponente della nuova branca del rap chiamata cloud-rap. La dicitura prende origine dal suo luogo di circolazione e fruizione, ovvero Soundcloud. Negli ultimi anni sulla piattaforma arancione si è consolidato un movimento che ha messo sulla rampa di lancio alcuni tra gli artisti più in voga di oggi: PSICOLOGI e bnkr44 sono due tra gli esempi più eloquenti insieme a Blanco. Il genere si caratterizza per una commistione di sonorità hip-hop e lo-fi, talvolta con accenni alla drum n’ bass. A completare il quadro sonoro, i testi che sfruttano i residui della trap rimandando spesso anche ad un immaginario emo che ben si sposa con il tema delle droghe leggere e delle benzodiazepine.
È in questo contesto che il progetto di Brividee muove i primi passi da artista auto-prodotto.
Dopo i primi esperimenti su Soundcloud, entra a far parte del roster di Factory Flaws con cui approda nei digital stores di ampia distribuzione. 0 Battiti, il singolo d’esordio, apre la strada a Piazza e Antonio Conte, i primi pezzi con cui l’autore si presenta al pubblico in chiave più acustica. Ma è con “Controluce“, uscito lo scorso 26 novembre, che Brividee riesce a incapsulare il suo personalissimo umore in 5 tracce dai suoni più cloud che mai.
Due singoli anticipano l’uscita dell’ep: Acquario e Niente torna come prima. Acquario getta le basi per comprendere la visione di Brividee: dalla fine di una relazione prende forma l’angoscia dell’artista, privato di alcun tipo di sentimento.
Si rompe lo specchio, cazzo, ci vivevo dentro
(Acquario)
Brividee si specchia in una persona con cui condivide il proprio mondo interiore, ma come un’illusione cade dentro al riflesso di sé stesso rimanendo intrappolato. Quando lo specchio si rompe, così fa anche la sua anima, ormai smembrata in diversi motivi di risentimento per l’artista, dall’ansia alla solitudine, dal materialismo alla nostalgia.
Niente torna come prima è la naturale prosecuzione di Acquario. Una presa di coscienza netta che suona come una sentenza. Lo dice sottovoce, con un soffiato, faticando ad accettare una dura realtà:
Non lo sai, a volte non c’è alternativa /
Non lo sai, niente torna come prima
(Niente torna come prima)
Un ritornello che si ripete più volte e che rimbomba in modo paranoico nella testa. Un monito verso sé stesso.
Il senso si completa se si fa attenzione agli artwork impiegati nella pubblicazione dei singoli e dell’ep. Acquario e Niente torna come prima sono accompagnati da una sagoma scura senza alcun dettaglio. Una figura molto simile a quella di Slender Man, un videogioco il cui scopo era quello di evitare di imbattersi in una figura antropomorfa senza connotati, alta e dagli arti lunghissimi. Pena: rimanere pietrificati e perdere il gioco.
La sagoma che infesta le copertine di Controluce non è altro che il riflesso di Brividee. Visti in controluce sembriamo tutti uguali: figure indefinibili, apparentemente vuote, quasi eteree.
Nelle copertine dei singoli il corpo spettrale è totalmente nero, mentre nella copertina dell’ep si riempie di bianco diventando esso stesso fonte di luce che mette in risalto i motivi floreali in primo piano. L’impressione è che nei primi due singoli Brividee abbia guardato in faccia le sue angosce, per poi riuscire ad ammaestrarle attraverso una curata auto-analisi, rendendole motivo di gloria personale.
I brani rimanenti sono Plastica (unico brano trasposto in videoclip), Articuno e Zitto.
In essi si mantiene vivo lo spirito schizofrenico dell’album, e nella forma e nei contenuti, in cui regna un non-sapere che in Plastica diventa non-vedere. L’artista torna a colloquio con sé stesso, ponendosi una serie di domande alla quale non trova risposta. Quesiti attraverso il quale Brividee cerca di autodefinirsi in una realtà che lo strattona da più fronti. La soluzione, per il momento, rimane l’alienazione.
Niente può fermarmi tranne questa finestra /
Se in fondo c’è una luce abbassa la tapparella
(Plastica)
Articuno è la prova di quanto Brividee sia un soggetto pop. L’eloquente citazione ai Pokèmon del ritornello (e del titolo) è supportata dal quickshot (rapido colpo da cecchino dei videogiochi sparatutto) con cui il talento di Monza si difende in Acquario. L’indecisione qui si fa estrema: Brividee non si riconosce più. Il suo viso cambia di fronte al suo riflesso, innescando un loop interminabile di pensieri autodistruttivi.
In Zitto, il rapper non si identifica più in nulla, gettandosi in un nichilismo che lo fa evaporare “come acqua sotto il sole”. Restare zitto diventa una consuetudine che rischia di farlo sparire tra apnee profonde e cuscini spinati. Tutte le parole che non riesce a pronunciare a voce per fortuna prendono forma in musica.
In “Controluce” Brividee sparge i tarocchi sopra un tavolo alla ricerca di un significato per sé stesso.
Si configura come narratore e ascoltatore della propria storia, cercando di ricostruirla passo-passo analizzando le proprie lacune. La sua musica restituisce l’immagine di un’identità incerta e frastagliata. Nell’inquietudine di guardarsi dentro, Brividee disegna sé stesso come un buco nero all’interno del quale ha paura di essere risucchiato. Di fatto Controluce può essere visto come un percorso verso un personale esorcismo. Il rapper assume uno sguardo oggettivato, esterno rispetto a sé stesso al fine di trovare una formula che riesca a decifrare il caos che si porta dentro.
La storia di Brividee è la stessa di molti giovani d’oggi. L’entropia a cui ha dato forma è la nostra.
Antonio Verlino
Chiamatemi Toni (rigorosamente con la I) e sarò felice. Laureando in Semiotica presso Alma Mater Studiorum, Bologna. Vedo e sento musica ovunque, a volte anche dove non ce n'è. Poi riguardo bene e la trovo sempre.