Immersioni subacquee nell’Oceano Paradiso di Chiello

Il 2021 è iniziato con la pubblicazione di diversi dischi fighi e si sta concludendo nei migliori dei modi. Quando si iniziano a tirar le somme e a capire quale possa essere il lavoro più autentico dell’anno, ecco che arriva Chiello con Oceano Paradiso. Pubblicato lo scorso 14 ottobre per la Universal Music Italia, in undici tracce, probabilmente ci è stato regalato il disco di cui avevamo bisogno.

Ormai ex FSK Satellite, il giovane più che ventenne con la sua voce sofferente, che sembra in perenne sbadiglio, ha lanciato un disco capace di descriverci a fondo, diciamo per un buon ottanta percento. Mi ha sorpreso come un artista così “chiassoso” sia riuscito a pubblicare un album (d’esordio) del genere. Il fatto che si sia distinto dalla Fsk Satellite si era già intuito nella ballad malinconica con Rkomi in Cancelli di mezzanotte (riascoltala qui).

Del resto, Chiello l’ho sempre visto come una persona sensibile con un’estetica quasi bohémien che si finge duro. Ha da sempre ostentato uno stile romantico e a tratti dannato e queste sue qualità emergono nel disco. A fare da cornice all’album d’esordio dell’artista lucano vediamo la collaborazione con Shablo, con il suo ex collega (l’urlatore) Taxi B, Greg Willen e il grande Mace.

Chiello – Oceano Paradiso [Ascolta Qui]

Oceano Paradiso, since 2019. Chiello mixologist di generi

Ebbene sì, il lavoro a quanto pare è partito nel 2019. All’epoca Chiello lo si associava alla Fsk e nel momento in cui pubblicò Acqua Salata (contenuta nel disco) lasciò tutti con l’amaro in bocca. Strano come un artista trap pubblichi un brano pop così malinconico.

Ho messo il sole in una mano / Ti ho chiesto dov’è ma non hai indovinato / E quella rosa era un regalo / Ma tu l’hai presa e l’hai messa al contrario

In questo disco ho notato come siano stati mixati diversi generi. È un lavoro fresco che presenta diverse sfaccettature che vanno dal cantautorato, al rock a qualcosa di più pop con qualche sfumatura trap. Forse è proprio questo modo di mixare i generi che ha avvicinato un pubblico non solo di teenager, ma anche uno più adulto abituato ad ascoltare tutt’altro.

Un’evoluzione emotiva

Facciamo finta, per un attimo, di immergerci nell’oceano delle più profonde spinte emozionali che animano il lavoro di Chiello. Osserveremmo distintamente un processo di evoluzione emotiva che potremmo dividere in tre fasi: la calma, la rabbia e la dissipazione. Analizzando il disco in quest’ordine vediamo come i brani rientrano in queste tre categorie.

La calma

Partiamo dalla calma, a cui appartengono quei brani che riescono ad infonderci una quiete silenziosa ma devastante e che non ci fanno solo pensare. La prima canzone che incontriamo è Non lasciarmi cadere, una ballad malinconica che implora a bassa voce il perdono.

Non lasciarmi cadere / Io so che nel buio non si può camminare / Per non essere soli ci si può perdonare

A questa fase appartengono anche altri pezzi, tra cui Abisso di Xanax. Il brano sembra una sorta di sequel di quello precedente: con queste parole il protagonista attraversa, quasi trascinandosi, una lenta e dolorosa rimozione del ricordo.

Le ferite si nascondono tra i germogli / Sì, ti odio e non posso perdonarti / Io ti odio ed odio queste puttane/ Tutto è rotto e tutti soffocano

La rabbia

Siamo giunti al momento clou, di fronte al bisogno e alla necessità di espellere ogni nostra sensazione o pensiero. In questa fase troviamo il brano Quanto ti vorrei, che ha anticipato l’uscita del disco. In pieno stile rock ‘n’ roll, la canzone ha visto la collaborazione con Shablo. Non c’è da stupirsi se la traccia la si ritrovi nei trend di Tik Tok e che abbia ampliato, così, il pubblico. Un urlo disperato che si pone continui interrogativi sul perché dall’altra parte ci sia un continuo atteggiamento di incertezza altalenante.

Ma perché torni sempre da me? / Non capisco se ci tieni davvero / Vuoi fare l’amore con me stasera?

Dopo diversi interrogativi si arriva alla consapevolezza che fare delle promesse non serve a niente poiché prima o poi, si romperanno. Poi si romperanno è un brano che parte con il classico beat figo in continuo crescendo, come se stesse a rappresentare uno sfogo o meglio, un atto liberatorio.

Tu non sai come prendermi / Però sei brava a perdermi

La dissipazione

Il tutto si dissipa, si evolve e pian piano evapora con Pietra di luna, un brano dark, cupo e a tratti surrealista. Il testo è diretto e dà la conferma che qualcosa è finito, ma ha lasciato indubbiamente delle tracce di rancore.

Ma tu, ragazza, hai un imbuto nel cuore e le mani di creta / Non sei diversa da tutte quelle altre che non vogliono me

Ad honorem

Meritano una menzione a parte i due principali featuring del disco: Damerino feat. Taxi B e Golfo Paradiso feat. Mace. Con Taxi B, il suo amico di merende, Chiello ha scritto un pezzo trap molto teen con il classico beat che ti entra in testa subito. Il brano è stato collocato al centro del disco, come se fosse un intervallo, la fine del primo tempo, un’inserzione che non c’entra niente con la storia.

Questa tipa vuole me come acqua nel deserto / Più quaranta gradi, ne vorrebbe un goccio / Non ha capito che odiamo le nasty

Chiude il disco, infine, Golfo Paradiso con Mace, forse il brano più sperimentale dell’intero lavoro. Una chitarra acustica ci accompagna sulle soglie della fine, lì dove si viene a creare un’atmosfera eterea. All’interno di una dimensione surreale, tipico ambient del produttore, scorrono i titoli di coda.

Il mare ci divide ormai / E tu vorresti camminarci sulle acque di cristallo / Che prima noi adoravamo

Oceano Paradiso è il classico disco che sai già che non ti piacerà, ma che poi ascolti di nuovo e ancora. Cerchi di skippare qualche brano, ma non ci riesci perché ti ci ritrovi immerso completamente, da capo a piede.

Leggi anche “OBE”, un’esperienza extracorporea a occhi chiusi nell’universo di Mace

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *