Conoscete la differenza tra mostri e fantasmi? Io no, ma di certo sono robe che ti porti dentro, che saltano fuori a giorni alterni e quando le cose proprio non girano bene uniscono le forze per darti la mazzata definitiva. A confronto, il Blue Monday è una passeggiata durante una domenica di sole in zona verde (colore utopico, ora come ora).
Tornando a noi, su entrambi Rokas appare molto ferrato: tra il 2019 ed il 2020 ha rilasciato due EP, rispettivamente intitolati “Mostri” e “Fantasmi”. Per aprire il nuovo decennio l’artista spezzino approfondisce il concept ed ecco il nuovo disco, il secondo dopo “Nemico del cuore”: il titolo è “Mostri Contro Fantasmi” per la label Digitale 2000.
Proposta d’ascolto che definirei in salute, per non dire orgogliosamente cicciona: quindici tracce complessive, alcune disvelate nel corso dei mesi, per un doppio disco che ha il sapore di ere discografiche ormai passate. Accompagnato dal producer Granato, Alberto Sanlazzaro (questo il nome anagrafico di Rokas) pretende, con merito, tempi e spazi per sviscerare insieme ad un nugolo di amici e collaboratori tutte quelle circostanze, quegli scazzi e quelle complicazioni che stanno intorno ad un concetto tutto sommato e potenzialmente semplice come io e te.
Vuoi restare con me oppure no?
Mostri contro fantasmi (Uh)
Non ho paura con te
Tu corri e non voltarti
Proprio la title-track (posizionata come ultimo ascolto del primo disco) rinforza e conferma il nucleo concettuale che diventa uno fra i tanti temi portanti dell’album.
Emblema e a suo modo sintesi dell’intera proposta d’ascolto: la collaborazione di Dani Faiv in questa traccia è solo una fra le tante featuring vellutate. Si alternano al microfono con Rokas, infatti, Testacoda (abbiamo parlato del suo “Cani e chiodi”), I Miei Migliori Complimenti e Disme, solo per citarne alcuni. Il risultato è validissimo, nel segno di una continuità ed una coerenza artistica che finisce per annullare il distinguo tra una voce e l’altra. È un magma continuo, fra testi agili pieni zeppi di riferimenti al presente, ai social, ai richiami pop dai media. Il contorno (succulento) è composto da acrobazie linguistiche ponderate senza eccessi.
Tutti abbiamo un cuore, tutti abbiamo un iPhone
Probabilmente la cifra stilistica di Rokas si dischiude proprio nelle piccole cose di enorme importanza (parafrasando Marco Giudici); frammenti di parole che invitano a sacrificare un attimo in più alla riflessione. Il gioco funziona, perché si vola leggeri ma non si trascura una certa predisposizione verticale, una profondità che si palesa timidamente, come ad avere un po’ di reticenza a dare in pasto a tutti le cose pese.
Spaccatura significativa quella che avviene a ridosso del giro di boa: il secondo disco, ad eccezione della presenza di Alice in “No Vabbè”, è interamente appannaggio di Rokas. Scelta che restituisce una certa sensazione di universo personale, come se “Mostri Contro Fantasmi” vivesse un dualismo che si è ripercosso anche sulle scelte della tracklist.
Parole, ma anche musica
Ma il disco edito da Digitale 2000 rivela idee chiare e impostazione solida anche sulla dimensione squisitamente strumentale. Il sound è arricchito da strumenti analogici, in linea con quella tendenza del presente finalmente introdotta anche in Italia dove il rap incontra elementi suonati e non sintetizzati. Tra funk e nu-soul, l’accostamento a Ghemon regge fino ad un certo punto: l’autore di stanza a Milano porta avanti la sua crociata pop nel dogma delle tracce chiuse sotto i tre minuti. Iniezioni sottocutanee di musica e parole che ti scorrono dentro; nonostante ogni dose somministrata non sia uguale alla precedente, regalando differenti wave tra passato, presente ed accenni di futuro del suono, non c’è rischio di shock anafilattico.
Cosa resta alla fine di “Mostri Contro Fantasmi”?
Sicuramente la voglia di premere “play” e ripartire dalla prima nota. Ognuno è chiamato alle armi per sconfiggere i propri mostri e fantasmi, ma Rokas può fornirci la colonna sonora perfetta per questo confronto. Probabilmente si risolverà tutto in uno stallo senza soluzioni, ma avremo quantomeno trascorso momenti in compagnia di musica fresca, confezionata da chi può comprendere ed ha messo in forma-canzone quello che ci attanaglia.
Mica poco, di questi tempi.